Pazzi, una voce tra due secoli. Pagine e versi

Il poeta e critico Alberto Bertoni oggi alla Ubik. Un excursus sul lascito dello scrittore ferrarese.

Pazzi, una voce tra due secoli. Pagine e versi

Pazzi, una voce tra due secoli. Pagine e versi

Il primo appuntamento del Centro studi ‘Roberto Pazzi’, costituito alla fine dello scorso anno da Stefano Baldrati, Matteo Bianchi e Alessandro Turco, si terrà oggi alle 18.30, nella libreria Ubik di via San Romano. Il poeta e critico Alberto Bertoni, già ordinario all’Alma Mater di Bologna e membro del comitato scientifico del centro stesso, presenterà insieme a Bianchi il suo ultimo saggio, Voci del grande stile. Prose e poesie tra due secoli (Il Mulino, 2023). Bertoni, che con Pazzi ha condiviso un lungo percorso in versi, tra lezioni e festival, inquadrerà il lascito immateriale dello scrittore estense focalizzandosi in particolare su La doppia vista, il romanzo uscito postumo per La nave di Teseo. "Il panorama letterario emiliano – commenta Bertoni – si snoda seguendo due metafisiche opposte rispetto alla via Emilia, che vanno da nord a sud e viceversa. E sono quella della bassa e del delta padano, da un lato, e dell’ascesa montana dall’altro. Da entrambi i punti di vista si possono osservare situazioni storico-geografiche particolarmente significative e fervide". Ferrara si affermò in quanto grande realtà ducale nella periferia dello Stato della Chiesa, circondata da mura imperiture: "L’atmosfera creativa della città – argomenta – è stata capace di unire sino ad ora la dimensione realistica, quella del rapporto con la campagna circostante, a quella fantastica che trascende attraverso l’opera di Filippo de Pisis". Sono due gli autori che hanno raccolto il testimone di Giorgio Bassani, secondo Bertoni, senza derive epigonali: "Il primo per generazione è proprio Pazzi, uno dei rari casi a cavallo tra il ventesimo e il ventunesimo secolo che ha saputo raccogliere l’eredità non solo di Bassani, ma anche di Bevilacqua e di Volponi". L’altro è Stefano Tassinari che "ha declinato la veduta bassaniana tra lirico e ideologico".