Per la quartina dei finalisti in lizza ben 49 giornalisti

Sabato la selezione da parte della giuria tecnica: tra i nomi più noti, olt ad Augias, Vespa e Severgnini, ci sono anche i politici Veltroni e Rutelli

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Dalle biografie di Vladimir Putin, Gianni Agnelli e... Flavio Briatore ai saggi sulla politica internazionale, con un focus particolare su Joe Biden e Kamala Harris; dalle inchieste alla storia italiana contemporanea. Poi, inevitabilmente, il Covid e la pandemia nelle sue articolazioni, da quella sanitaria ai risvolti economici. E’ fitto di 49 volumi lo scaffale da cui la giuria tecnica del Premio Estense, presieduta da Guido Gentili, estrarrà sabato mattina la quartina dei finalisti della 57ma edizione. Compito tradizionalmente non facile, visto che nel lungo elenco spiccano nomi di assoluto rilievo sia del giornalismo che della politica: tra i candidati, infatti, figurano anche Walter Veltroni (con ’Labirinto Italiano’) e l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, che per Laterza pubblica ’Tutte le strade partono da Roma’. Ma tra gli altri 47 concorrenti al round finale, come detto, ci sono nomi, e libri, e temi, di assoluto rilievo: in lizza per entrare nella quartina anche due vincitori del Premio Granzotto alla carriera (Bruno Vespa con ’Perché l’Italia amò Mussolini’, e Beppe Severgnini con ’Neoitaliani: un manifesto’), e direttori o ex direttori di quotidiani, da Maurizio Molinari a Ezio Mauro, da Paolo Mieli ad Alessandro Sallustri (che in tandem con Luca Palamara firma ’Il sistema: potere, politica, affari, storia segreta della magistratura italiana). E ancora nomi noti della cultura, oltre che del giornalismo, come Corrado Augias, Ernesto Ferrero, Furio Colombo. Ma è solo una selezione parziale, e senz’altro imperfetta, della gamma su cui la giuria tecnica dovrà esprimere il primo verdetto. Quello decisivo, come tradizione, spetterà alla giuria popolare che si riunirà il 25 settembre, giorno della cerimonia conclusiva. Location naturale il Teatro Comunale, che già l’anno scorso aveva ospitato l’edizione sconvolta, per molti aspetti, dall’emergenza Covid. Emergenza che però, diversamente da tante altre manifestazioni in Italia, non ha impedito all’Aquila d’Oro di volare addirittura nelle mani di due vincitori, Pablo Trincia e Concetto Vecchio.

Ma restiamo ai rumors della vigilia. Anche se in termini di vendite di copie, tranne rare eccezioni, non spalanca la porta delle classifiche, il Premio Estense è da sempe molto ambito da giornalisti e saggisti; e atteso con altrettanta trepidazione – già per l’inserimento nella quartina di finalisti – anche dalle case editrici. Nell’elenco dei 49 figurano tutte quelle di spicco, alcune delle quali hanno collocato più volumi nella lista dei candidati: dai tre potenziali finalisti di Laterza, Mondadori ed Einaudi si va ai 5 di Rizzoli e Baldini & Castoldi (che di fatto però sale a 7 considerando anche due saggi editi da La Nave di Teseo, l’altra casa editrice timonata da Elisabetta Sgarbi).

Ancor più insondabile la decisione relativa al vincitore del riconoscimento ’Gianni Granzotto - Uno stile nell’informazione’: vero e proprio premio alla carriera, toccato nel 2020 all’editorialista Massimo Franco. Non mancano, nella storia anche recente, le esclusioni a sorpresa, da ultima quella di Tito Stagno, snobbato proprio nell’anno della ricorrenza dello sbarco del primo uomo sulla Luna. Ma di sicuro anche il protagonista che verrà decretato domani, in questo caso dal comitato di industriali presieduto da Gian Luigi Zaina, sarà di assoluto rilievo.

Stefano Lolli