"Pesca, stop tagli o si affossa un intero settore"

Dura presa di posizione delle cooperative, che si rivolgono al commissario Ue Sinkevicius

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Dura presa di posizione dell’Aci Pesca, l’alleanza delle cooperative che insieme ai colleghi francesi e spagnoli dice ‘no’ alla ventilata riduzione d’attività nel Mediterraneo occidentale. I rappresentanti del settore hanno infatti chiesto al commissario europeo Sinkevicius di non attuare nuovi tagli alle giornate di lavoro, che aggraverebbero la difficile situazione da cui sono coinvolte anche le marinerie dell’alto Adriatico. "Abbiamo siglato insieme a tutto il mondo della pesca nazionale, ai rappresentanti di categoria di Francia e Spagna e al sindacato europeo Etf un appello al commissario europeo Virginijus Sinkevicius – spiega Aci –, esprimiamo contrarietà a nuovi provvedimenti che nel 2021 potrebbero ridurre dal 10 al 30% l’attività a strascico". Il settore, che non è stato e non è immune alle conseguenze economiche della pandemia, ha bisogno di misure di sostegno per continuare a lavorare e garantire il pescato al mercato alimentare.

"Un ulteriore giro di vite non è sostenibile, ma soprattutto non è il modo giusto per rapportarsi al problema della tutela della risorsa ittica – dice Vadis Paesanti di Aci –. Bisogna conoscere ogni singola realtà prima di prendere delle decisioni a senso unico, frequentare i mercati ittici, parlare con i pescatori e chiediersi se quelle 144 giornate di lavoro, aggredibili da diversi variabili, non ultime quelle meteo, siano sufficienti per vivere?". C’è di più. "Non abbiamo bisogno di ambientalisti da salotto, magari disposti a importare il pesce da Paesi abituati a sfruttare persone e mare – prosegue –. Abbiamo la necessità di sposare la via dell’equilbrio per tutelare ambiente e lavoro". Le misure che portano alla progressiva ‘chiusura’ del mare, insiste, sono controindicate. "Basta con le restrizioni tout court, non possiamo nutrirci solo di carne, non abbiamo neppure lo spazio per allevare il bestiame. Il mare va sfruttato nelle giuste maniere, siamo i primi a dirlo: viviamo di pesca". Gli fa eco Sergio Caselli dell’Alleanza. "Quest’anno i nostri pescherecci hanno ridotto lo sforzo di pesca del 10 per cento – dice –, hanno rispettato chiusure spazio temporali, come previsto dall’attuale piano di gestione, appare davvero assurdo introdurre nuovi divieti quando ancora non sono state valutate le risultanze di quanto fatto finora per preservare la risorsa ittica". In termini di specie, dicono, il mare nostrum riserva sorprese delle quali l’Europa non tiene conto e, in ogni caso, il settore va sostenuto e non affossato. "La pesca va sviluppata in modo corretto – conclude – per questo è necessario confermare le risorse del Feamp e anche incrementarle per il bene di un comparto economico importante".

Monica Forti