Pil in crescita nel 2023 ma la guerra è un freno

L’osservatorio economico registra un saldo positivo nel valore aggiunto. Le previsioni sono però incerte e i conflitti pesano. Credito, calano i prestiti.

Pil in crescita nel 2023 ma la guerra è un freno

Pil in crescita nel 2023 ma la guerra è un freno

Nel 2023 il valore aggiunto ferrarese è aumentato dello 0,7% rispetto al 2022 (chiuso a +2,6%), in linea con la media italiana (+0,7%), ma inferiore di qualche decimale al dato riferito all’Emilia-Romagna (+0,9%). Lo rende noto l’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio, che, però, evidenzia anche i significativi rischi al ribasso derivanti dalla crisi in Medio Oriente e dall’irrigidimento delle condizioni di finanziamento. Tra i principali rischi ventilati dall’Ente di Largo Castello, nonostante la vivace dinamica dei servizi (+3,6% nel 2023 e +1,7% nel 2024), l’indebolimento del ciclo manifatturiero, che contribuisce a ridurre le prospettive di crescita del commercio internazionale e le quotazioni delle materie prime e dei prodotti energetici. In valore assoluto e al netto dell’inflazione, già nel 2022 Ferrara ha segnato il superamento dei livelli di tutto il periodo 2012-2019 (con 8,28 miliardi); la tendenza alla crescita, pur se rallentata, proseguirà anche quest’anno, quando il valore aggiunto ferrarese non supererà la soglia dei 8,39 miliardi, per poi accelerare leggermente nel 2025. "Nonostante le incertezze legate al rallentamento dell’economia – ha sottolineato il vice presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna, Paolo Govoni – i ferraresi continuano a scegliere di fare impresa. Un’ampia diffusione del digitale all’interno dei processi aziendali come nel rapporto con la Pubblica amministrazione è vitale per rendere le imprese più forti e competitive. Anche su questo tema la Camera di commercio, insieme alle organizzazioni imprenditoriali, sta dando un importante contributo attraverso la diffusione del linguaggio 4.0 nel tessuto produttivo". Nel 2023, considerato il rallentamento del commercio mondiale connesso alle disfunzioni delle catene internazionali di produzione, l’export ferrarese è stimato in calo del 13%, valore confermato dai dati registrati da Istat nei primi nove mesi dell’anno (-10,9%) e un valore che, se deflazionato, nel periodo 2019-2023, è superiore solo a quanto registrato nel 2020. Nel 2024, le cose dovrebbero migliorare con un valore esportato, al netto dell’inflazione, in forte ripresa (stimato al +9,5%). E, sotto la pressione del contenimento di domanda interna e commercio mondiale, nonché dell’inflazione ancora anomala, è calato anche il valore aggiunto prodotto dall’industria ferrarese, che subisce una flessione del -5,4%. Per quanto riguarda il credito, a settembre il valore complessivo dei prestiti concessi al confronto con il dato dello stesso periodo dell’anno precedente, per il secondo trimestre consecutivo, risulta in calo (-1,7%). In particolare, calano i prestiti bancari nel comparto manifatturiero (-9,8% rispetto al del 2022).