Ferrara, ponte sul Po, silenzio di Anas: il Comune chiede garanzie

I cantieri entreranno nel vivo dopo il 18 maggio. L’assessore Aldo Modonesi: "I lavori non siano un calvario per gli automobilisti"

Il ponte sul Po tra i comuni di Ferrara e Occhiobello

Il ponte sul Po tra i comuni di Ferrara e Occhiobello

Ferrara, 19 marzo 2018 – Se il pressing politico e istituzionale su Anas e Società Autostrade non avrà effetto, Comune e Provincia busseranno anche alle porte del Prefetto. Per ottenere, a ridosso di Pasqua, le garanzie che i lunghi lavori al ponte sul Po di Pontelagoscuro – in partenza a metà maggio – non si trasformeranno in un assoluto calvario per automobilisti e residenti frontalieri.

L’allarme è rappresentato dal silenzio dell’Anas, nel corso dell’ultimo incontro con le istituzioni (Comuni di Ferrara e Occhiobello), in merito all’attuazione del cantiere: già alla presentazione del progetto, infatti, le amministrazioni hanno chiesto di accorciare il periodo dell’intervento – stimato in circa sei mesi –, oltre alla ‘detariffazione’ del transito in autostrada nel tratto tra i caselli tra Occhiobello e Ferrara Nord, e viceversa.

Nel summit, oltre a presentare le credenziali delle imprese che hanno ottenuto la ricca commessa (si tratta dell’associazione romagnola formata da Cons. Coop e Palistrade), non si è andati oltre; e questa mancanza di certezza, unita al fatto che risultano pochi casi in cui gli automobilisti siano stati esentati dal pedaggio, ha alzato le antenne di Comuni e Province. «Abbiamo bisogno di una risposta chiara, e rapida, per predisporre anche il nostro piano di comunicazione – afferma l’assessore ai Lavori Pubblici Aldo Modonesi –: oltre alla soluzione dei problemi per gli automobilisti, sul tappeto c’è anche l’esigenza di garantire una piccola corsia di transito per ciclisti e pedoni, che in caso contrario si troverebbero totalmente bloccati; da sciogliere anche i nodi relativi al trasporto pubblico».

Su questo fronte, la linea 11 (che a corse alterne collega Santa Maria Maddalena con Ferrara, arrivando sino a via Bologna) verrà sdoppiata; una parte delle corse avrà come capolinea Pontelagoscuro, l’altra parte invece – quella per così dire polesana –, da Santa Maria Maddalena arriverà in città attraverso l’autostrada, e si fermerà alla stazione ferroviaria. «Anche i costi di queste percorrenze supplementari – prosegue Modonesi – dovranno essere sostenuti dall’Anas: si parla di parecchie decine di migliaia di euro, che non possono evindemente ricadere sui bilanci dei due Comuni». Anche su questo aspetto, tuttavia, al momento il mutismo è assoluto.

Si avvicina in ogni caso il cantiere, che formalmente sarà consegnato alle imprese fra poco più di un mese; i lavori di rifacimento completo della pavimentazione stradale, e di ripristino di numerosi piloni, entreranno nel vivo dopo il 18 maggio, giorno del transito del Giro d’Italia. La prima ipotesi, prevedeva la chiusura alternata delle corsie, per garantire un transito parziale dei veicoli (esclusi, in ogni caso, mezzi pesanti e trasporto pubblico): durata dei lavori, sei mesi. «Un lasso di tempo troppo lungo – prosegue l’assessore –, secondo noi è preferibile una chiusura totale, limitando a tre mesi e mezzi lo stop al traffico. Così, con l’estate di mezzo, i disagi pur forti sarebbero gestibili».

A proposito di disagi, basta pensare che per un comune automobilista la percorrenza aumenterà di circa 20 chilometri: per le migliaia di ‘frontalieri’ che attraversano il ponte anche quattro volte al giorno, è intuibile l’impazzimento. «Perciò chiediamo la garanzia del transito gratuito in autostrada, oltre all’accorciamento dei tempi del cantiere». Comuni e Province bussano, Anas e Autostrade per ora hanno fatto orecchie da mercante; ma come detto, se a giorni non arriverà una risposta positiva, le istituzioni locali si rivolgeranno alle rispettive Prefetture. «Nessuno vuole il braccio di ferro, e sono convinto che le istanze saranno soddisfatte – conclude Modonesi –, ma è meglio esser chiari sin dall’inizio. Anzi, prima».