"Siamo in preallarme, turni di 24 ore su 24"

Dirigenti e tecnici del Canale Emiliano Romagnolo (Cer) con gli occhi puntati al livello del Po. "A giugno mai così basso"

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di Mario Bovenzi

Appare ad una svolta della strada, quando meno te lo aspetti nella campagna di Bondeno. Un gigante che con le sue pompe idrauliche, le chiuse, cuscinetti in grado di reggere 90 tonnellate sembra poggiare i piedi nel letto del fiume Po per irradiare l’acqua ad una fetta di pianura immensa, che tocca le province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna. Un’area tra le più produttive d’Europa sotto il profilo industriale ed agricolo. E’ il Canale Emiliano Romagnolo (Cer), una delle più importanti opere idrauliche italiane che assicura l’approvvigionamento idrico alle campagne, in parte alle abitazioni ed anche ad alcuni colossi dell’industria. Conosciuto come impianto di Palantone, sotto il sole rovente delle campagne di Salvatonica (frazione di Bondeno), quel colosso è in stato di preallarme ormai da giorni. Dirigenti e tecnici si alternano, gli occhi ai comandi in quella che è una vera e propria centrale, 24 ore su 24, con tre turni da due persone ciascuno. Avanti così da giorni, da quando la siccità è diventata un’emergenza che grava come un macigno sulle campagne, la terra simile in alcuni tratti ad un deserto. Sono preoccupati dell’orizzonte che hanno davanti Nicola Dalmonte, presidente del consorzio del Cer, e l’ingegner Marco Albano, responsabile dell’impianto del Palantone. Conoscono quella struttura come le loro tasche e non si nascondono quella che definiscono un’ipotesi estrema. "L’agricoltura vive delle acque del canale Emiliano Romagnolo – dicono –. Da alcuni giorni il livello del fiume si può definire stabile, ma in questo momento per noi è un sorvegliato molto speciale. Una scenario del genere in giugno non si era mai verificato, la speranza è che nei prossimi giorni venga a piovere ma questo deve avvenire per un po’ di tempo ed in modo costante. Solo così si potrà alzare il livello. Non possiamo infatti contare sull’acqua dei laghi, anche questo un fenomeno assolutamente inedito per il periodo, perché sono molto bassi". Fanno gli scongiuri perché qualcosa succeda nei prossimi giorni, perché venga finalmente a piovere. Ma gli esperti del clima raccontano di ben alto scenario, con un salto delle temperature tra i 38 e i 40 gradi. "Se l’acqua si abbassa ancora – spiegano – saremo costretti a spegnere le pompe che attingono acqua dal Po, in quel caso dovranno intervenire le istituzioni e la Protezione civile. In tanti anni di storia non è mai successo e ci auguriamo che anche quest’anno non capiti un’evenienza del genere. Ma – ripetono – non possiamo nascondere la nostra preoccupazione". Il territorio interessato dal sistema del Canale ha una superficie di 336mila ettari, 180mila di questi attrezzati per l’agricoltura. "Noi – riprendono – siamo in un certo senso i grossisti dell’acqua che arriva dal Po, a loro volta i consorzi associati la ricevono proprio da noi". Il canale parte da Sant’Agostino e termina in provincia di Rimini. Il Cer, che è stato fondato nel 1939, pesca l’acqua dal Po e le fa fare una serie di salti – quattro per la precisione – per ’irradiarla’ attraverso il Cavo Napoleonico nella rete, una sorta di lunga vasca da bagno che deve essere costantemente alimentata. Anche il Petrolchimico di Ravenna usa l’acqua che arriva da questo impianto per i suoi sistemi di raffreddamento. Una benedizione per altri stabilimenti industriali della zona della Romagna, per lo stesso acquedotto di Ravenna e le utenze irrigue dei territori a nord della città.

Uno scenario inedito quello che hanno davanti gli agricoltori e la popolazione di una pianura sempre più riarsa. Che si cerca di scongiurare in futuro. Sono in corso lavori per sostituire le 4 pompe più grandi, con strutture ad altra tecnologia in grado di prelevare acqua dal Po anche quando il livello va in picchiata. Il cantiere, che porterà ad un forte ammodernamento di tutto l’impianto del Palantone, è cominciato nel gennaio del 2021. Sarà terminato a dicembre del 2023. Nell’attesa si fanno i turni, gli occhi al Grande Fiume e alla plancia con i comandi, le dita incrociate. Ma non piove e nemmeno oggi pioverà.