Stadio Mazza, summit tra Comune e Spal

Oggi l’incontro per decidere come intervenire per far togliere i sigilli. Bova: "Incomprensibile non presentare l’istanza di dissequestro"

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di Cristina Rufini

FERRARA

Quella appena iniziata sarà una settimana cruciale per capire i tempi di ’risoluzione’ dell’affaire Mazza. Oggi, infatti, è in programma un incontro tra l’amministrazione comunale di Ferrara – proprietaria della struttura – coi suoi tecnici, la Spal che utilizza l’impianto e i suoi tecnici per capire, e magari anche decidere, come muoversi per rientrare in pieno possesso dell’intero stadio. In sostanze se scegliere di seguire la linea – come sembrerebbe probabile – tracciata dalla Procura di Ferrara con la revoca del sequestro condizionata alla presentazione di un progetto esecutivo e relativi opere di messa a norma della struttura ha fatto il primo passo. Oppure continuare con il braccio di ferro e andare avanti in attesa che un giorno, chissà quanto, venga accertato da un giudice se curva est e copertura della tribuna nord sono già sicure così oppure se - come sostiene al Procura – ci sono gravi carenze che rendono quella fetta del Mazza non a norma di sicurezza.

Il primo sopralluogo tra il consulente della Procura, l’ingegner Carlo Pellegrino, e i tecnici di Comune e Spal c’è stato venerdì scorso proprio al Mazza: primo approccio che sembrerebbe preludere alla volontà di trovare un accordo, presentare un progetto che poi dovrà essere validato dallo stesso consulente della Procura ed eseguire i lavori di messa in sicurezza per arrivare in tempi celeri al dissequestro delle porzioni del Mazza che al momento non sono utilizzabili. Tirando fuori di tasca (chi?) centinaia di migliaia di euro. La cifra circolata fino a oggi racconta di seicentomila euro, euro più, per eliminare le molte criticità rilevate nelle sue relazioni dall’ingegner Pellegrino e che sono state fatte proprie dal pm che coordina le indagini, Barbara Cavallo. Al di là della cifra ragguardevole, resta da decidere chi si accolla l’onere di redigere il progetto chiesto dal magistrato e infine di pagare, salvo poi rivalersi, nel caso venissero confermate le accuse mosse ai nove indagati.

"Sinceramente – commenta l’avvocato Alberto Bova – non capisco perché chi ha interesse, cioè il Comune e ancor di più la Spal, non abbiano scelto di seguire la via del ricorso al Tribunale del Riesame con l’istanza di dissequestro: in caso di accoglimento del ricorso, che ha tempi brevi, la situazione, almeno per quanto riguarda la capienza del Mazza si sarebbe risolta. Altrimenti sarebbe rimasto tutto come ora". L’avvocato Bova, che assiste legalmente insieme al collega Francesco Cazzorla, il collaudatore delle opere contestate, aggiunge dopo aver presentato le memorie difensive, domani, depositerà anche l’istanza di incidente probatorio. "E’ necessario, come sostengo da tempo – conclude Bova – che ci sia un esperto terzo (il perito che sarà nominato dal giudice per le indagini preliminari, ndr) – che si prenda la responsabilità di valutare se effettivamente i lavori di ampliamento eseguiti garantiscono già la necessaria sicurezza dello stadio, oppure se è effettivamente necessario intervenire di nuovo e in modo così oneroso, come chiesto dalla Procura".