Stangata sul carrello della spesa "Stesso stipendio, prezzi altissimi"

Dalle uova alla carne, grossi aumenti da una settimana all’altra. Anche l’acqua registra un’impennata. I ferraresi: "Il problema è generalizzato e non si risolve cambiando negozio o andando al mercato"

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di Matteo Radogna

La lavatrice si avvia rigorosamente di notte, il condizionatore quando il caldo africano diventa insopportabile, e la spesa soltanto al discount anche se dai grandi marchi ai supermercati più economici, i prezzi lievitano ovunque. Nelle case delle famiglie ferraresi la parola d’ordine è risparmiare. Soprattutto adesso che tutto costa di più. Francesco, all’uscita di un centro commerciale, racconta la sua odissea. Lui operaio e la moglie casalinga, con due figli, e uno stipendio di 1.600 euro. Ma fra il finanziamento dell’auto e i rincari, ormai, ne volano via 870 ogni mese. "Le bollette della luce e del gas – sbotta – sono per noi un peso insopportabile. Per non parlare del carrello della spesa: soltanto per l’indispensabile servono settanta euro. Ogni settimana spendiamo dai 150 ai 200 euro".

Basta fermarsi davanti a un supermercato per capire come sia cambiata la spesa. Basta vedere quanti pochi carrelli strapieni escono e quante persone invece si limitano a qualche borsa a mano, nemmeno troppo colma. "Ma li ha visti i prezzi? Non è che sono solo aumentati, sono impazziti, da una settimana all’altra il petto di pollo è raddoppiato. Una confezione prima costava 4,50 euro, ora quasi dieci. Acquistare la carne è diventato impossibile", sottolinea Elena Soavi. "Non si sa dove si potrà arrivare, di questo passo", dice Oreste Angeli, e aggiunge: "Acquistare la verdura è come comprare l’oro. La frutta? Aumentata del 40 per cento". Certe scene, poi, fanno riflettere: "C’è chi pesa la verdura e poi la posa perché costa troppo", spiega Sergio Bonora. Barbara Balboni racconta la spesa del giorno: "Sei uova le ho pagate 2,58 euro. Poi ho preso pizza qui all’angolo. Da 5 euro una margherita è passata a 6 euro. A Bondeno la pago ancora 4 euro. Non solo. A me piace l’acqua San Bernardo, ma anche qui i rincari sono evidenti intorno al 20 per cento. Il mercato ortofrutticolo, poi, era considerato un modo per risparmiare. Adesso anche lì i prezzi sono alle stelle". Del resto è così ovunque, il problema è generale e non si risolve cambiando supermercato o mercato contadino.

Nel dettaglio, confrontando l’ultimo indice dei prezzi pubblicato dal Comune di Ferrara, la medaglia d’oro dei rincari è per tutti gli oli ad eccezione di quello d’oliva, i cui prezzi sono cresciuti in due anni del 66%. Il burro costa quasi un terzo in più (+31,9%), farina e pasta costano il 21% in più, mentre per il riso il rincaro è del 18,8%. Non va meglio ai gelati (+18,2%) e latte conservato (+15,9%). All’uscita del market, Paolo Magnoni, pensionato, difende gli agricoltori: "Subiscono l’aumento dei costi di produzione. Incassano pochi centesimi ma, a causa di una filiera infinita, il prezzo finale è altissimo". Il via vai ininterrotto fuori dal market offre spaccati di vita diversissimi. Dallo studente che porta via solo un piatto pronto, "costa meno di un panino al bar", alla madre che esce con un camioncino dei pompieri per il figlio, oltre alla spesa: "Non è giusto che lui paghi la crisi e non lo privo di nulla. Ma qualche volta ho detto di no a una pizza con gli amici: non siamo sul lastrico, ma ho comunque paura di restare al verde".