Ferrara, 12 febbraio 2017 – Ancora una rissa, ancora botte da orbi sotto i portici del bar Fiorella. Il piazzale della stazione è tornato ad assumere le sembianze di un ring, con buona pace di residenti sgomenti e increduli davanti all’ennesimo episodio di follia.
Sabato pomeriggio, poco dopo le 14.30, proprio di fronte all’esercizio commerciale adiacente all’ex Hotel de La Ville, una decina di persone è venuta alle mani, per motivi ancora da chiarire. Una rissa che ha provocato un ferito, ma che poteva avere conseguenze ben peggiori.
A rimanere sanguinante sul marciapiede è stato un giovane di origine nordafricana, soccorso dagli operatori del 118. I medici, intervenuti in ambulanza, hanno applicato alla vittima un cerotto in fronte (per tamponare un taglio provocato forse da una bottigliata all’altezza del sopracciglio sinistro) e un altro nel pollice della mano destra.
È stato lui l’unico partecipante alla scazzottata che gli agenti della polizia di Stato, intervenuti con due pattuglie (a cui se ne è aggiunta una di supporto dei carabinieri), hanno portato in questura per accertamenti. Ai poliziotti il ragazzo, però, non ha saputo fornire indicazioni chiare sull’accaduto: l’agitazione e un italiano stentato hanno impedito al giovane di delineare con esattezza la dinamica di quanto successo.
Tutto intorno, come accennato, lo sgomento dei residenti, ormai purtroppo avvezzi a episodi del genere. L’ultima rissa risale al 2 novembre scorso, quando i carabinieri trovarono un marocchino poco più che ventenne ubriaco e ferito dopo la segnalazione di una scazzottata.
Ancora il 21 ottobre, proprio all’entrata della stazione, quando a prendersi a pugni fu un gruppo di nigeriani.
Stesse scene di appena due settimane prima, il 6 ottobre, quando Giuliano Zanotti (presidente associazione Residenti Gad) venne addirittura minacciato per aver filmato la resa dei conti tra una decina di nordafricani davanti al minimarket sotto i portici.
E ancora il 7 settembre, quando furono addirittura tre gli episodi di violenza in poche ore sempre all’ombra del grattacielo. Una lista quasi infinita, come la pazienza che sono costretti ad avere i residenti del quartiere Giardino.
Matteo Langone