Un’economia circolare che redistribuisca i beni. Ecco alcuni numeri sui quali bisogna riflettere

La produzione alimentare impatta pesantemente sulle risorse naturali, con il 37% delle emissioni di gas serra e il 70% dello sfruttamento idrico. L'Alimentazione sostenibile, riducendo lo spreco alimentare, potrebbe portare a significativi benefici ambientali entro il 2050.

Alcuni dati. Il peso della produzione di cibo sulle risorse naturali è enorme. Le filiere producono il 37% delle emissioni di gas a effetto serra; l’agricoltura è responsabile del 70% dello sfruttamento delle risorse idriche e della deforestazione del pianeta.

Quali soluzioni? Noi dobbiamo tenere presente che sarà nostro compito trovare più soluzioni possibili per la salute della Terra. Una di queste soluzioni è l’ “Alimentazione sostenibile”: consumare meno cibo è possibile, perché esiste un sovra-consumo alimentare (specie nei paesi maggiormente sviluppati), identificabile nel fenomeno dello spreco alimentare, per il quale manca, molto spesso, una cultura sociale. Si parla di 2,5 miliardi di tonnellate di cibo sprecato a livello mondiale. Il fenomeno ha forte impatto ambientale, sulla gestione dei rifiuti e sulla perdita della biodiversità, contribuendo all’inquinamento. Secondo gli esperti, costruire un’economia circolare che redistribuisca i beni, dimezzando lo spreco alimentare entro il 2050, si tradurrebbe in un risparmio di suolo coltivabile e di risorse idriche. Inoltre, le emissioni di gas serra verrebbero ridotte di 1,5 gigatonnellate di diossido di carbonio entro il 2050.