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Ferrara, "Velox e tutor solo per fare cassa, lo dicono anche i sindaci"

I dati nel ferrarese e l’analisi di Luigi Ciannilli, già presidente del Comitato Paglierini per la sicurezza sulle strade

L’autovelox di via Copparo (Businesspress)

Ferrara, 29 giugno 2018 – I numeri, per le casse di Comuni e Province, sono da brividi. Prendiamo, ad esempio, il Castello: nel solo 2017, dagli occhi elettronici sparsi sul territorio estense, ha incamerato oltre tre milioni di euro grazie alle 31.372 sanzioni. Il Comune, invece, sempre nel 2017 ha accertato sanzioni per 415.736 euro (dai velox), ma riuscendo ad incassarne solamente 249.954.

«Velox e tutor – tuona Luigi Ciannilli, già responsabile del Comitato Paglierini per la sicurezza stradale – servono solamente per fare cassa e sono gli stessi sindaci ad affermarlo. Prendiamo, ad esempio, via Padova: dopo la morte di quattro persone è stata modificata la strada, ma non si è parlato di velox. Qui non è questione di occhi elettronici in più o in meno, ma di condizioni delle nostre arterie e fino a quando non lo capiremo, allora i numeri degli incidenti rimarranno agghiaccianti». Numeri, appunto. I tutor regolamentati dalla Provincia sono tre: Gran Linea, all’altezza di Jolanda, via Copparo e via del Mare, poco prima dell’abitato di Tresigallo.

Quattro invece i velox: due sulla Bondeno-Casumaro e altrettanti sulla Maiero-Dogato. Oltre al cash finito nelle casse provinciali, il 2017 ha spazzato via quasi ventimila punti dalle patenti degli automobilisti. Le sanzioni scattate sono state oltre 31mila, quelle pagate però sono scese a 21.159 (ovvero, ha pagato solo il 69% dei multati).

E il tesoretto dove finisce? Dal Castello assicurano che viene reinvestito, tutto o quasi, in sicurezza stradale. «Lungo via del Mare – spiega il comandante della Provinciale, Claudio Castagnoli – abbiamo rilevato un automobilista che di media sfrecciava ai 213 orari. Questo vuol dire che in giro c’era un pazzo che metteva a repentaglio oltre la sua, anche la vita degli altri utenti della strada. Se una via porta un limite, per pericolosità e struttura della stessa, significa che se procediamo oltre, non siamo più sicuri. Ecco perché il nostro compito, anche attraverso strumenti come velox e tutor, è fare capire che in gioco c’è la vita delle persone».

Un appello soprattutto rivolto ai giovani, «a quelli che viaggiano con ‘macchinoni’ a 120-130 orari, che pensano di essere invincibili e che a loro non capiti mai nulla». Cifre importanti anche per Palazzo municipale che nel 2017 ha accertato sanzioni - totali - per circa 4,2 milioni di euro (3,7 incassati), fallendo l’obiettivo dei 5,2 milioni.

«Ma se gli automobilisti rispettano le regole – spiegò di recente il comandante della Municipale Laura Trentini proprio al Carlino – noi siamo ben contenti». La stessa ricordò anche che «il 50% dei soldi ricavati, vengono utilizzati per il ripristino e la manutenzione delle strade». Ma Ciannilli, con tutto questo, non è particolarmente concorde: «Se velox e tutor hanno calato i morti – riprende –, cosa non vera, perché Autostrade Spa ha sottratto risorse ai propri azionisti per investirli in asfalti drenanti, reti metalliche sui viadotti, e quant’altro? Se bastava installare nuovi occhi elettronici, perché spendere tanti altri milioni....».

La chiosa, infine, è sui gestori delle strade: «Il nostro Codice della strada – conclude – non prevede sanzioni contro questi ultimi ed è una mancanza clamorosa alla quale non ci si vuole mettere mano».