FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Referendum, niente quorum . Al voto il 33,45% dei ferraresi. Bene il lavoro, flop cittadinanza

Nel capoluogo di provincia la percentuale di affluenza è salita fino al 39,38 per cento. Il peggior dato in termini di partecipazione si registra a Goro (15,65%), Cento oltre il 31%. .

Nel capoluogo di provincia la percentuale di affluenza è salita fino al 39,38 per cento. Il peggior dato in termini di partecipazione si registra a Goro (15,65%), Cento oltre il 31%. .

Nel capoluogo di provincia la percentuale di affluenza è salita fino al 39,38 per cento. Il peggior dato in termini di partecipazione si registra a Goro (15,65%), Cento oltre il 31%. .

Il quorum, come peraltro era del tutto evidente già dai primi dati di affluenza registrati l’altro giorno, si è rivelato una chimera. Anche a queste latitudini, dove la partecipazione al voto è sempre stata tradizionalmente molto alta. Questo referendum, però, non ha sfondato neanche nel ferrarese, in cui la percentuale di affluenza alle urne (dato definitivo) si è fermata al 33,45% su base provinciale. Un dato che supera di poco quello registrato a livello nazionale, che si è fermato attorno al 30% confermando lo scarsissimo appeal dei cinque quesiti proposti sui quali si sono spese in particolare le forze di opposizione assieme alla Cgil. Va detto che, comunque, chi ha votato lo ha fatto convintamente sostenendo le ragioni dei promotori. Ma andiamo nel dettaglio.

IN REGIONE

In Regione I numeri legati alla partecipazione alle urne a livello nazionale sono molto alti, benché lontani dalla metà degli aventi diritto. In Emilia-Romagna ha infatti votato il 38,06 % degli aventi diritto. A trascinare in alto le percentuali, è senz’altro il capoluogo di regione. A Bologna i numeri sfondano la soglia del 40%. Unica provincia assieme a Reggio-Emilia dove si manifestano percentuali così alte. Siamo al 44,6% nel capoluogo e al 42,11 a Reggio. Segue Modena con una percentuale appena inferiore, con il 39,36% di aventi diritto che si sono recati alle urne. Maglia nera sulla partecipazione, invece, è Piacenza in cui hanno votato il 27,83% degli aventi diritto.

IN PROVINCIA

Il capoluogo di provincia, dunque il Comune di Ferrara, pur nel contesto di una scarsa partecipazione si conferma la realtà nella quale il più alto numero di elettori ha scelto di esercitare il proprio diritto al voto. Siamo al 39,38% di affluenza. Il peggior dato in termini di partecipazione al voto lo si registra alle urne di Goro in cui ha votato solamente il 15,65% di aventi diritto. Probabilmente, essendo il luogo in cui Fratelli d’Italia ha raggiunto le vette più alte in termini di consenso, le indicazioni fornite a livello nazionale dal premier Giorgia Meloni sono state seguite alla lettera. Anche all’ombra dei trepponti, il referendum non ha sfondato. Anzi. La percentuale di aventi diritto che ha partecipato alla consultazione referendaria si è infatti fermata sotto la soglia del 20% (al 19,52%). A Cento l’affluenza è abbastanza alta, oltre il 31% ma al di sotto la media regionale e di quella del capoluogo. Ad Argenta i votanti si sono fermati di poco al di sotto dei 35 punti percentuali, mentre a Bondeno non si arriva alle percentuali centesi.

COSA CI DICE IL VOTO

A livello provinciale, un po’ come accade sul piano nazionale (Ferrara invece è parzialmente in controtendenza), per i quattro quesiti legati al lavoro si registrano delle percentuali davvero iperboliche. La punta massima è sul primo quesito, legato al reintegro dei lavoratori a fronte di licenziamenti illegittimi, si registra un 87,5% di adesione. Decisamente meno convinzione si registra invece sul quesito legato alla cittadinanza. Nella sostanza il quesito si poneva come obiettivo quello di abbassare da dieci a cinque la soglia per l’ottenimento della cittadinanza da parte dei migranti. Su questo, l’Italia e la nostra provincia si sono espresse in maniera molto più tiepida rispetto ai quesiti precedenti: le percentuali oscillano tra il 60% di favorevoli e poco meno del 40% di contrari.

IL COMMENTO DELLA CGIL

Veronica Tagliati, segretaria generale della Cgil di Ferrara su questo ha una lettura molto chiara. "Penso che sia quanto mai urgente attivare un luogo di riflessione – commenta al Carlino – in cui affrontare senza steccati ideologici i temi legati all’immigrazione in relazione al lavoro. Penso che questa provincia debba trovare un punto di caduta su questo versante, visti anche i tassi demografici così negativi". Sul resto, l’opinione all’esito delle consultazioni, resta sovrapponibile ai presupposti. "Inizialmente – scandisce – pensavamo di poter raggiungere il quorum perché fra i lavoratori abbiamo registrato molto entusiasmo. Le cose non sono andate così ma senz’altro questo voto ci consegna una responsabilità. Un ferrarese su tre ci ha detto che occorre un impegno serio del sindacato e della politica su queste tematiche. Anche e soprattutto per le aree interne dove non bisogna cedere alla sensazione che un lavoro migliore non sia possibile".

IL COMMENTO DI FDI

Così si è espresso il senatore ferrarese di Fratelli d’Italia Alberto Balboni sui social: "Quante volte ancora volete sentirvelo dire? Gli italiani hanno deciso che la cittadinanza non si regala. La sinstra – conclude – se ne faccia una ragione".