Violenza sulla moglie, la vittima parla in aula protetta da un paravento

La persona offesa ha raccontato la propria verità. A febbraio ultimi testi e poi la sentenza

Protetta da un paravento per non vedere l’ex marito, ha raccontato l’incubo nel quale era piombata. La giovane donna, persona offesa nel processo, ha parlato a lungo, intervallata dalla traduzione dell’interprete. Al banco degli imputati siede un pachistano di 32 anni, ex marito della persona offesa accusato di violenza sessuale e maltrattamenti. Rispondendo alle domande delle parti, la donna ha ripercorso le condotte che vengono contestate all’ex consorte, parlando sia dei rapporti sessuali che era costretta a subire, sia dei soprusi ai quali era sottoposta. Tra le altre cose ha spiegato di aver trovato in una sacca dei farmaci che il marito utilizzava per prolungare i loro rapporti e di non aver potuto uscire per comprare dei medicinali in un momento in cui stava male. Ha infine raccontato di aver avuto un attacco di panico quando ha saputo della richiesta di divorzio del 32enne, con il quale era ancora convinta di poter comunque ricostruire una relazione. L’udienza è stata aggiornata al primo febbraio per ascoltare i testimoni della difesa e per la discussione.

Le violenze e i soprusi, secondo le accuse, si sarebbero protratti per mesi, da ottobre a dicembre del 2018. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini l’uomo, quando la moglie si rifiutava di avere rapporti sessuali con lui, la prendeva per i capelli e la sbatteva sul letto, bloccandole le braccia. Episodi che negli ultimi periodi avvenivano quotidianamente. Fino a quando la giovane moglie ha deciso di porre fine alla spirale di soprusi e denunciare.