Willy, ultimo appello. Quattro caselle postali per indizi e segnalazioni: "Abbattiamo l’omertà"

L’iniziativa della famiglia: "Cerchiamo chi scrisse la lettera del 2015. Chiunque sa qualcosa ci aiuti a mettere fine a questa dolorosa vicenda".

Willy, ultimo appello. Quattro caselle postali per indizi e segnalazioni: "Abbattiamo l’omertà"

Willy, ultimo appello. Quattro caselle postali per indizi e segnalazioni: "Abbattiamo l’omertà"

L’ultima chiamata per la verità sull’omicidio di Vilfrido ‘Willy’ Branchi passa attraverso quattro buchette delle lettere. Su ognuna di esse, piazzate in altrettanti luoghi "non casuali" e in qualche modo legati alla tragedia del diciottenne assassinato a Goro del settembre del 1988 da mani ancora ignote, c’è impresso il suo volto. L’appello è uno solo, sempre lo stesso da ormai 36 anni. Chi sa, parli. Anche in forma anonima. L’iniziativa parte da Luca Branchi, fratello di Willy, sulla scorta di un comunicato del novembre del 2023 diramato dai carabinieri nel quale si parlava di una lettera anonima consegnata allo stesso Branchi già nel 2015. L’autore indicava un possibile responsabile dell’omicidio, un uomo che dormiva su una barca, oggi sessantenne, disoccupato e con una sfilza di precedenti. La missiva non si limitava a fare nomi, ma forniva anche alcuni elementi che hanno trovato riscontro nel corso delle indagini sul delitto, riaperte nel 2014 dal pubblico ministero Giuseppe Tittaferrante e poi riprese dal collega Andrea Maggioni, e da allora mai interrotte. Attualmente l’inchiesta conta due filoni, con tre indagati per omicidio.

Le buchette delle lettere, si diceva, sono state piazzate in alcuni punti strategici, in qualche modo legati con la vicenda. La prima si trova a Goro, in piazzale Leo Scarpa, a un passo dal porto. La seconda è in piazza San Rocco, a Taglio di Po (Rovigo), in località Oca Marina. La terza e la quarta sono ai margini della pineta che unisce Lido di Volano e Lido delle Nazioni: una al Lido di Volano, all’ingresso della macchia di alberi e l’altra a Nazioni, in fondo al viale del Lago. "Non sono state posizionate in modo casuale – spiega Davide Tuzzi, investigatore privato che sin da subito ha collaborato con la famiglia nella risoluzione del giallo –. La scelta è basata sui risultati di indagini e notizie confidenziali". Le caselle postali con il volto di quel ragazzone trucidato quando aveva ancora tutta la vita davanti, rimarranno per almeno un paio di mesi, sicuramente fino all’estate.

A chiarire la ragione di questa mossa è l’avvocato Simone Bianchi, legale della famiglia Branchi. "Chiediamo aiuto alla comunità – afferma il legale –. Chi ha informazioni, mantenendo l’anonimato, può contribuire a mettere fine a questa drammatica vicenda, al dolore che Luca si porta dietro, e a rompere il muro di omertà contro il quale ci siamo spesso imbattuti. Ringraziamo la procura e i carabinieri per l’incessante attività, portata avanti con grande dispendio di energie e sacrificio. Ora, però, serve una svolta". E il passo avanti tanto atteso e auspicato potrebbe arrivare proprio da chi ha vergato quella lettera del 2015 o da altri che possano essere a conoscenza delle stesse circostanze di cui riferì l’anonimo. "L’autore della missiva – aggiunte l’avvocato Bianchi – conosce particolari fondamentali. Chi ha scritto si faccia avanti perché ormai siamo a un punto di svolta". Ma l’invito non è rivolto solo a chi fece pervenire quel foglio a Luca. "Chiunque sia a conoscenza di elementi – scandisce il legale – può lasciare il proprio contributo. Chiunque abbia informazioni, mantenendo l’anonimato, può contribuire a mettere la parola fine a questa vicenda. Siamo vicinissimi. Ci manca ancora un piccolo tassello".