Ferrara, i balneari comprano la spiaggia: “La Bolkestein non ci fa paura”

I titolari degli stabilimenti balneari a Nazioni, Scacchi e Pomposa sono proprietari dei bagni "Ho firmato davanti al notaio 50 anni fa, qui era terreno agricolo con dune e vigneti"

Il fondatore Ciano Nonnato, 86 anni, con la moglie Franca Pacchiega (85)

Il fondatore Ciano Nonnato, 86 anni, con la moglie Franca Pacchiega (85)

Ferrara, 29 aprile 2023 – “Il notaio con la sua stilografica sembrava un pittore, ogni parola una pennelata. Lento, non finiva più. C’è voluta una mattinata intera", Ciano Nonnato ha 86 anni ma ricorda come fosse ieri quel giorno. Cinquanta anni fa firmava l’acquisto dell’Orsa Minore stabilimento balneare del Lido delle Nazioni. Allora, su quella spiaggia che sembrava infinita, i bagni erano solo tre, la Rotonda, la Capanna e l’Orsa Minore. Anche loro acquistati dai titolari con un rogito, davanti al notaio. Era quella zona – come il litorale di Scacchi e Pomposa –, classificato come terreno agricolo, dune dove si coltivavano le viti. E quegli imprenditori come Ciano non sapevano che stavano firmando sì il loro futuro, ma anche una sorta di liberatoria dalla Bolkestein, la direttiva che mette all’asta gli stabilimenti balneari, un incubo che ha tolto il sonno a tanti operatori del mare. Ciano lo stabilimento l’ha comprato, esattamente come si fa con una casa. Suo è il ’terreno’ non solo gli ombrelloni, sdraio e bar che ha costruito sopra la spiaggia.

Il fondatore Ciano Nonnato, 86 anni, con la moglie Franca Pacchiega (85)
Il fondatore Ciano Nonnato, 86 anni, con la moglie Franca Pacchiega (85)

“Grande è la nostra solidarietà nei confronti dei colleghi che stanno affrontando ormai da un anno il calvario della Bolkestein, siamo al loro fianco, fanno il nostro lavoro, imprenditori che sono abituati a guadagnarsi il futuro con il lavoro, investendo. E che ora rischiano di perdere i loro sacrifici", dice Gianni Nonnato, presidente del Consorzio Lido Nazioni, titolare dello Chalet del Mare.

E’ uno dei figli di Ciano, l’altra figlia si chiama Ombretta. Un diverso destino, una linea di demarcazione che non è solo un segno sulla sabbia divide gli stabilimenti che si trovano a Nazione, Scacchi e Pomposa dai lidi Estensi, Spina, Volano, Porto Garibaldi. I primi tre sono a tutti gli effetti proprietà privata, esenti dai venti gelidi che arrivano dall’Europa, esenti da ricorsi e sentenze. Gli altri quattro sono invece sorti su terreno del demanio, rischiano di cambiare di mano. O forse no, l’ultimo pronunciamento dell’Europa apre infatti le porte alla speranza, ad uno spiraglio. Tutto dipende dalle spiagge libere, se l’Italia dimostra di averne tante, la direttiva verrà applicata lontano da chi ha investito una vita nell’universo del turismo, da generazioni, di padre in figlio. Faceva il falegname Ciano Nonnato quando decise di tentare, di muovere i primi passi nel mondo delle spiagge assolate, delle famiglie per ore a cuocersi al sole sui lettini, tra creme solari e amori nati sul filo dell’onda che tocca la spiaggia e si ritrae. Non partì da Nazioni, poco più in là.

"Presi alcuni casotti al lido di Volano – racconta – il turismo allora era così, un ombrellone e qualche tavolino in riva al mare. Poi puntai su Nazioni. Volevo dare un futuro ai miei figli, ai nipoti che sarebbero arrivati. Dare loro la possibilità di costruirsi una vita con il lavoro, di andare a scuola". Tanti i sacrifici, quando capì che poteva farcela chiamò il notaio per comprare quel pezzo di spiaggia. "Qui non c’era nulla, il turismo non esisteva – riprende il figlio –. C’erano delle dune di sabbia dove si coltivavano vigneti. Girava un carretto tirato da un cavallo che andava a ritirare l’uva. Avevo circa dieci anni quando mio padre decise di comprare. Ricordo che anni dopo durante dei lavori per sistemare la spiaggia che era stata mangiata dal mare a causa dell’erosione, la pala della ruspa si blocco mentre scavava. Aveva portato alla luce le radici delle viti. Questa zona era indicata come terreno agricolo, nel rogito si leggeva che doveva essere utilizzata come pascolo". Un altro mondo. Al posto delle viti sono stati piantati gli ombrelloni, famiglie vivono grazie al turismo al riparo dalla tempesta annunciata della Bolkestein. Scorrono gli anni, fiocchi azzurri, culle con i bambini che crescono. All’Orsa Minore, dietro il bancone, ci sono Luca e Lucrezia Massarenti, sono i nipoti. "Siamo nati qui", raccontano. Hanno un futuro, grazie a Ciano.