La proposta di Forlì: "Campionato a gennaio"

La società vuole assolutamente evitare di giocare a porte chiuse o, bene che vada, con 200 spettatori. Sabato il confronto con gli altri club

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di Stefano Benzoni

Una proposta che guarda avanti. Se vogliamo un piano B, che però potrebbe diventare anche la miglior soluzione possibile. E così mentre la Lega Nazionale Pallacanestro ufficializza Cento come sede della Final Eight di Supercoppa del 13-15 novembre, l’Unieuro alla luce delle decisioni riguardati gli sport contenute nell’ultimo Dpcm (partite da disputare a porte chiuse almeno fino al 24 novembre), annuncia che presenterà al prossimo consiglio di Lega un piano per lo svolgimento del campionato. Un’idea che vedrebbe la Final Eight di scena a dicembre e l’inizio vero e proprio del torneo previsto per gennaio. Con l’eventualità, qualora la situazione legata al Covid19 non dovesse migliorare, di posticipare il tutto di qualche settimana disputando il campionato nella primavera-estate del 2021. Fino a luglio.

La prossima assemblea Lnp è prevista per sabato a Bologna quando verrà eletto il nuovo presidente e il nuovo consiglio direttivo. La proposta di Forlì si basa su alcuni punti: salvaguardare la stagione per i club, giocare di fronte a un pubblico che potrebbe essere calcolato in percentuale sulla capienza degli impianti fra il 15 ed il 20% ed evitare di assistere a partite di fronte a 200 persone che mancano di trasporto, emozione e coinvolgimento per tutti. "Guardiamoci in faccia, siamo realisti e troviamo una soluzione per salvaguardare la stagione e gli sforzi delle società", è l’appello lanciato dalla società forlivese nelle voci del presidente Giancarlo Nicosanti e del general manager Renato Pasquali.

Fra l’altro Forlì non è nuova a proposte di questo genere. Infatti all’assemblea di luglio il club romagnolo aveva presentato in assemblea una sua proposta di torneo basato su 5 gironi territoriali, due formati da sei squadre e tre da cinque, perché come disse Nicosanti "in momenti come questi bisogna trovare delle idee diverse". Come è andata a finire lo sappiamo tutti... Ma la situazione attuale non è normale e quindi a fronte di un’anormalità – cestistica e non – conclamata ed evidente, bisogna adottare provvedimenti diversi. Sarebbe auspicabile che tutti i 27 club di A2 marciassero uniti e compatti verso una proposta da girare alla Federazione, che è poi quella preposta a decidere, ma difficilmente così sarà.

Infatti a fronte di iniziali unioni di intenti primaverili ed estive da parte di tutte le società e dello stesso presidente Pietro Basciano che non avrebbero mai e poi mai accettato di iniziare la stagione senza pubblico, con il passare delle settimane la situazione si è modificata e i club sono divisi. Ci sono quelli che hanno già messo in conto un budget senza la voce ‘incassi’ dati da pubblico e da abbonamenti che vogliono andare in campo anche a porte chiuse, così come quelli che hanno una media di poche centinaia di spettatori a cui fa ben poca differenza staccare 200, 500 o zero biglietti. Poi ci sono anche quelle poche società che hanno messo sotto contratto i loro atleti senza ‘clausola Covid’, vale a dire che anche se il campionato si dovesse interrompere o non iniziare nemmeno riceverebbero comunque l’intero ammontare dei loro contratti: tali ’datori di lavoro’ sono quindi propensi a scendere in campo. Non sarà facile, ma la proposta di Forlì potrebbe unire la maggioranza dei club e aprire una nuova strada verso la possibile soluzione di una stagione già di per sé parecchio complicata.