Alberi genealogici. I parenti di Pellegrino Artusi?. Hanno un ristorante in America

Inaugurata ieri a Pievequinta la mostra che svela le ricerche su 40 famiglie. Il gastonomo non ebbe figli né nipoti: gli unici ‘eredi’ discendono da un trisnonno.

Alberi genealogici. I parenti di Pellegrino Artusi?. Hanno un ristorante in America

Alberi genealogici. I parenti di Pellegrino Artusi?. Hanno un ristorante in America

Si parte da Gregorio Artusi, di cui non si sa né data di nascita, né di morte, vissuto comunque a cavallo tra il 1.500 e il 1.600 a Forlimpopoli, e si arriva ad Addison Faye Artusi, figlia di Richard Artusi, nata nello stato americano dell’Iowa nel 2014. Inizio e fine dell’albero genealogico della famiglia Artusi – di cui fa parte anche il noto Pellegrino – esposto da ieri a palazzo Morattini a Pievequinta (via Armellino 33) insieme ad altri 40 alberi genealogici di altrettante famiglie.

Tra questi i Garavini della sindaca di Forlimpopoli, i Grandini dell’ex sindaco artusiano Mauro, i Melandri dell’assessore alla cultura di Forlì (e del padre Leonardo, che fu senatore). Oltre a questi anche alberi storici, come gli Uccellini (noto compositore forlimpopolese) o i Vecchiazzani dello storico Matteo che scrisse anche delle gesta di Brunoro II Zampeschi. Tutto frutto delle ricerche negli archivi delle parrocchie della zona tra Forlimpopoli e Pievequinta svolte dagli storici Mauro Mariani – alla sesta mostra dal 2002 a oggi – e Piero Camporesi.

"Si tratta di alberi ascendenti – spiegano i curatori della mostra – che vanno cioè dai giorni nostri a ritroso nel tempo, fin dove è possibile con i dati in nostro possesso". Alberi anche molto sviluppati: quello degli Artusi, per esempio, è largo circa 8 metri, perché comprendono tutte le diramazioni di tutti i figli maschi, che portavano avanti il cognome, a partire appunto dai figli di Gregorio: Gaspare, nato nel 1604, Baldassarre, nato nel 1605, a cui si aggiunge la sorella Caterina, di cui non si sviluppa la discendenza.

Il celeberrimo gastronomo Pellegrino Artusi, padre della cucina italiana col manuale ‘La scienza in cucina’, è nato a Forlimpopoli nel 1820 e morì nel 1911 a Firenze. "Non ebbe figli – spiega Camporesi –, così come i suoi fratelli maschi. Quel ramo di Artusi finì con Pellegrino. Quelli che emigrarono negli Stati Uniti, passando prima dalla Svizzera, sono i discendenti di uno dei fratelli del bisnonno di Pellegrino". Il ceppo comune, quindi, è un trisnonno. "La curiosità è che quando approdarono in Iowa aprirono un ristorante ed ebbero anche successo. Il cognome è rimasto Artusi, ma i nomi sono diventati americani". Altri Artusi, anch’essi discendenti di altri rami della famiglia originale, Gregorio Artusi e Isabella Zucchi, sono invece rimasti a Forlimpopoli fino agli inizi del secolo scorso.

La mostra sarà aperta fino a domenica 14 aprile, tutte le domeniche dalle 15 alle 18 (tranne Pasqua). Parte degli alberi genealogici, tra cui naturalmente quello della famiglia Artusi, saranno poi esposti durante la prossima Festa Artusiana in programma a Forlimpopoli alla fine di giugno. I documenti sono stati informatizzati, negli ultimi trent’anni, grazie all’associazione culturale e ricreativa Amici della Pieve: in tutto, 150mila atti di battesimo, 60mila atti di morte e oltre 200mila stati di famiglia.

Matteo Bondi