Alluvione, appello per i Romiti: "Sono già passati 11 mesi, ora vogliamo risposte concrete"

Il rappresentante di quartiere Stefano Valmori si rivolge agli enti preposti alla sicurezza: "Diteci quali sono i vostri piani per il nostro futuro o rischiamo lo spopolamento".

Alluvione, appello per i Romiti: "Sono già passati 11 mesi,  ora vogliamo risposte concrete"

Alluvione, appello per i Romiti: "Sono già passati 11 mesi, ora vogliamo risposte concrete"

Oggi ricorrono undici mesi dall’alluvione del 16 maggio scorso. La cifra non è ’tonda’ e questo non è un anniversario istituzionale, ma per gli abitanti dei quartieri alluvionati che si trovano ancora a fare i conti con le conseguenze del disastro non c’è bisogno di commemorazioni: ogni giorno è un ‘giorno simbolo’. "E ogni giorno – insiste il rappresentante del quartiere Romiti, uno dei più colpiti dall’esondazione del Montone – è un giorno di fatica e di preoccupazione".

Per questo Valmori lancia un nuovo appello: "Abbiamo bisogno di risposte concrete e serie. Lo stiamo chiedendo da tanto, ma ancora non siamo soddisfatti perché quello che ci serve è un piano di programmazione che ci offra un quadro univoco e preciso di ciò che si sta facendo per la nostra sicurezza". Valmori si rivolge a tutti: "Comune, Regione, Consorzio di bonifica, Ferrovie dello Stato… Chiunque abbia delle competenze sul territorio".

Quella fotografata da Valmori è una situazione ancora molto difficile: "Abbiamo fatto tanto e tanto ancora stiamo facendo, rimboccandoci le maniche e spendendo tanti soldi di tasca nostra in attesa dei rimborsi, ma il nostro quartiere è ancora in buona parte demolito. Tanti negozi chiudono, molti altri si fanno forza a stento e non si sa per quanto le saracinesche rimarranno alzate. Tanti abitanti resistono, legati come sono a questa zona di città che è anche e soprattutto una comunità forte e unita, ma se non si interverrà presto anche alcuni di loro cederanno. Il rischio è che, in futuro, questa diventi una zona fantasma. A chi conviene?".

A preoccupare, in particolare, sono la pulizia dei fiumi ("ancora vediamo tanti rami che ostruiscono il letto e si ammassano contro i piloni dei ponti"), ma anche la messa in sicurezza di argini e chiuse (parlando della breccia che ha causato l’allagamento della zona di via Martiri delle Foibe, Nervesa e Locchi, Valmori ribadisce che "ancora non abbiamo visto operazioni di ripristino"). Una sottolineatura anche sulle bollette del Consorzio di bonifica, arrivate in questi giorni anche nelle buchette dei Romiti: "Sono piccole cifre, ma è una questione di principio: dopo quello che ci è successo molti di noi l’hanno vissuto come l’ennesimo schiaffo".

"Non mi interessa parlare di politica – ribadisce Valmori –. L’unica bandiera che porto è quella dei Romiti. La mia paura è solo che, da una parte e dall’altra, si finisca per strumentalizzare la tragedia che ha devastato una parte della città e che poi i riflettori tornino a spegnersi subito dopo".

La riflessione prosegue: "Le tante iniziative che si stanno organizzando in questo periodo che hanno come oggetto l’alluvione sono ben accette, ma non bastano, così come non bastano le belle parole e i buoni propositi. Per questo, negli ultimi mesi del mio incarico, vorrei riuscire a conseguire un obiettivo importante: ottenere dati certi che riguardano il futuro del quartiere". Nelle intenzioni di Valmori questa sarebbe un’eredità da lasciare ai Romiti, infatti: "La mia idea è quella di farmi da parte alle prossime elezioni di quartiere, magari prendendomi un periodo di riflessione e, perché no, anche di autocritica sul mio mandato e su quello che è successo negli ultimi undici mesi. Non voglio, però, che il mio incarico di volontariato termini senza aver raggiunto un punto fermo importante per tutti noi: una programmazione chiara e consistente. Io sono a disposizione di tutti gli enti per incontri e confronti e per farmi portavoce con i miei concittadini dei Romiti".