
La struttura ospitava due stranieri irregolari e alcuni altri legati a casi di microcriminalità. La proprietaria non ha mai denunciato la loro presenza: è stata multata per 56mila euro.
Un albergo fantasma al quartiere Romiti. A scovarlo gli agenti di Squadra Mobile e Volanti, che nei giorni scorsi hanno effettuato un blitz in via Firenze. La polizia lo definisce un vero e proprio albergo abusivo. All’interno della struttura viveva una ventina di cittadina stranieri. Alla proprietaria dell’edificio sono state contestate 16 sanzioni per complessivi 56mila euro. L’operazione della polizia di Stato – una decina gli agenti messi in campo – è stata fatta dopo che lo stabile era stato segnalato come luogo di spaccio da parte dei residenti del quartiere.
L’’albergo’ aveva camere numerate e letti sparsi: più di venti quelli a disposizione. Alcuni di questi erano stati ricavati anche negli scantinati, tra immondizia e sporcizia. Nel corso della sua attività la polizia ha identificate una ventina di persone, di nazionalità straniera, alcune in condizione di marginalità e disagio, mentre altre, spiegano dalla Questura, risultano essere tra i principali esponenti della microcriminalità cittadina (tra loro anche due irregolari).
Gli agenti della Scientifica hanno documentato lo stato di incuria e degrado e le condizioni complessive dell’alloggio, ’fortemente a rischio per la sicurezza’. Mancava, tra le altre, cose, il riscaldamento. La proprietaria è stata multata visto che, tra le altre cose, non aveva mai comunicato in questura la presenza degli ospiti della struttura (la donna è stata convocata venerdì negli uffici di corso Garibaldi dove le sono state fatte tutte le contestazioni del caso). Si trattava dunque di un ’albergo’ o ’affittacamere’ abusivo, per cui la proprietaria non aveva mai ottenuto e richiesto alcuna autorizzazione. Come detto non erano mai stati registrati i contratti di affitto degli ospiti.
La presenza di alcuni criminali di piccolo cabotaggio è il segnale che l’edificio in via Firenze rappresentava una zona franca, dove chi ha qualche problema con la legge poteva nascondersi, evitando di alloggiare in strutture regolari, tenute a comunicare ogni giorno in questura l’elenco degli ospiti.