Ergastolo per Daniele. La Corte lo condanna al massimo della pena. E lui resta in silenzio

Il verdetto giunto dopo sette ore di camera di consiglio. L’ex autista di ambulanze riconosciuto colpevole per l’assassinio del fratello Franco.

Ergastolo per Daniele. La Corte lo condanna al massimo della pena. E lui resta in silenzio

Ergastolo per Daniele. La Corte lo condanna al massimo della pena. E lui resta in silenzio

La sentenza sibila nell’aula muta e all’istante mutano tutti i gli umori di questo tratto di tempo processuale; l’imputato Daniele la sente e d’improvviso, alle 18.05 di ieri (dopo quasi sette ore di camera di consiglio) , trasale per un solo momento, restando poi però un monolite, inespressivo, per la durata della lettura del verdetto, poco prima di lasciare l’aula, sempre in silenzio, scortato dagli agenti penitenziari.

Colpevole, dichiara il presidente dalla Corte, Monica Galassi che legge il dispositivo che riassume le conclusioni di tutti gli otto giudici del collegio, i due togati e i sei popolari. Ergastolo. Passerà la vita in carcere Daniele? Siamo al primo grado. Ma per ora è così: il meldolese Daniele Severi per la Corte d’Assise di Forlì è l’assassino del fratello Franco, 53 anni, trovato decapitato (testa mai ritrovata) la sera del 22 giugno 2022 in un dirupo del suo agricolo di Ca’ Seggio di Civitella. Massimo della pena quindi per l’autista di ambulanze in pensione di 64 anni, che poi nel corridoio fuori dell’aula saluta in segreto i famigliari, uno ad uno.

Soddisfatti i fratelli contro Daniele, uniti dalla convinzione che Franco l’abbia ucciso lui per appropriarsi del fondo agricolo di Ca’ Seggio, un vallone in bilico tra uno sperone e il cielo civitellese. Cinque i fratelli contro Daniele, aggregati nella figura dell’avvocato di parte civile Max Starni, che in questo processo ha sostenuto passo passo il lavoro della pm Federica Messina, che aveva chiesto l’ergastolo per Daniele; e adesso sono i loro due i vincitori di questa contesa.

Daniele – che in questi mesi s’è sempre dichiarato innocente, e l’ha ribadito anche ieri mattina prima che la Corte si ritirasse in camera di consglio – era accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà dell’azione e dalla continuazione con i reati di stalking (per avere molestato la stessa vittima nei mesi precedenti l’omicidio) e porto abusivo d’armi. La Corte ha stabilito quindi che i cinque fratelli (due dei quali difesi dall’avvocato Massimo Mambelli) dovranno essere risarciti con 100mila euro a testa.

Entro 90 giorni la Corte depositerà le motivazioni della sentenza di ieri. Successivamente le parti avranno altri 45 giorni di tempo per ricorrere in Appello. Un secondo grado che, data la detenzione dell’imputato, avrà tempi rapidi. Non è escluso che si torni in aula (stavolta a Bologna) all’inizio del prossimo anno. Unica nota postiva per l’imputato, il mancato accoglimento della richiesta della pm Messina di isolamento diurno. Ergastolo sì, ma non da segregato.

Maurizio Burnacci