MARCO BILANCIONI
Cronaca

Sinistra, eredità sprecata. In 10 anni, 22 assessori: solo due erano in corsa. E ci guadagna Zattini

Delle giunte dal 2009 al 2019, era ricandidata Maria Grazia Creta (Verdi): 43 voti. Meno di quanti ne abbia presi Sara Samorì (165), portandoli però dalla parte opposta.

Sinistra, eredità sprecata. In 10 anni, 22 assessori: solo due erano in corsa. E ci guadagna Zattini

Quarantatré preferenze. L’eredità politica di dieci anni di giunte di centrosinistra è ridotta al ‘bottino’ di una sola candidata. Dal 2009 al 2019, dal grande rinnovamento del Pd inaugurato dal sindaco Roberto Balzani alla prima storica sconfitta: di quella stagione (a sua volta frammentata da ulteriori momenti di rottura) non è rimasto praticamente nulla.

Dieci assessori dal 2009 al 2014, otto dal 2014 al 2016 più quattro per vari rimpasti: ventidue nomi che hanno fatto parte della classe dirigente della città, molti anche del partito più votato. Di quelli, una sola correva alle amministrative 2024: Maria Grazia Creta, Verdi, in giunta dal 2016 al 2019 con le deleghe alla viabilità, arredo urbano, legalità e trasparenza. Ironia della sorte, i suoi 43 voti sono sensibilmente meno dei 165 di Sara Samorì, sua collega allo sport negli anni di Davide Drei che, in quota Azione, è stata candidata nella lista civica Forlì Cambia. A voler allargare l’arco temporale agli anni di Rusticali, c’era Luigi Ascanio, ex assessore all’Istruzione ora con RinnoviAmo Forlì: 71 preferenze. La matematica dice che l’eredità delle giunte del passato ha portato al cantiere di un nuovo centrosinistra 114 voti. Perdendone però 51 in più.

In un certo senso si sapeva: la lista Pd è nata, per esempio, senza alcuni influenti consiglieri uscenti. Non c’erano né l’ex segretaria Valentina Ancarani né Jacopo Zanotti né il capogruppo Soufian Hafi Alemani. Il popolarissimo Gabriele Zelli, ex assessore da Giorgio Zanniboni a Nadia Masini – che poteva essere candidato sindaco nel 2019 – ha partecipato a un’iniziativa con RinnoviAmo e ha firmato il cosiddetto ‘appello degli intellettuali’ ma ha confermato al Carlino di non essersi impegnato per la campagna elettorale.

Ma colpisce in particolar modo il disimpegno degli amministratori dal 2009 in poi: una fortissima frattura col passato che è diventata terreno fertile, in un primo momento, per il ritorno nel Pd di Gessica Allegni. Poi per il sindaco Gian Luca Zattini, che ha vinto proprio attirando chi, per citare una frase diventata quasi uno slogan, "non l’aveva mai votato".

Per quanto riguarda gli ex sindaci, Graziano Rinaldini ha rivendicato la presenza ad alcune iniziative di Nadia Masini e Davide Drei (sul suo impegno pubblico, pesa però la condanna in primo grado per l’affare Livia Tellus). Roberto Balzani è tornato da tempo all’università, con ruoli influenti; il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano gli ha affidato la direzione del museo della Liberazione a Roma; a Forlì è coinvolto nel progetto di un museo del ‘900 al Santarelli. La giunta del prof era piena di tecnici: detto di Drei (che fu suo assessore al welfare), sono tornati alle attività professionali Alberto Bellini (docente universitario), Paolo Rava (architetto) ed Emanuela Briccolani (commercialista). Hanno abbandonato ogni attività politica Valentina Ravaioli, che fu anche consigliera regionale, Maria Maltoni e John Patrick Leech; Gabriella Tronconi è consigliera della Fondazione Carisp, mentre Giancarlo Biserna si è impegnato nella campagna elettorale per le europee (ma non come candidato) per Pace Terra Dignità, la lista del giornalista Michele Santoro: anche quella fuori dal centrosinistra. Katia Zattoni è invece deceduta.

Perfino più desolante passare in rassegna la squadra del 2014, che vinse col vento in poppa al primo turno: escludendo dal ragionamento Sara Samorì e Maria Grazia Creta (già citate), anche Francesca Gardini ed Elisa Giovannetti sono tornate alla propria professione, come appunto Bellini e Briccolani. Raoul Mosconi, che si era impegnato anche a fianco di Balzani, è presidente di una onlus: la sua parentesi politica si esaurì con le 238 preferenze ottenute in una lista civica a supporto di Giorgio Calderoni, che non elesse alcun consigliere e poi non fece più parlare di sè. Nevio Zaccarelli e Lubiano Montaguti sono pensionati (benché quest’ultimo sia stato visto a fianco di RinnoviAmo). William Sanzani, nel 2022, non è stato rieletto consigliere comunale nella sua Castrocaro. Marco Ravaioli, candidato sindaco con una lista civica nel 2019, non ha più voluto rilasciare alcuna dichiarazione.

Il caso più clamoroso è tuttavia quello di Veronica Zanetti: renziana della primissima ora, vicesindaca, per qualche mese fu addirittura ripescata come parlamentare. ‘Epurata’ da Drei, dopo essere stata assolta dalla vicenda giudiziaria lunga 7 anni nata quando era in giunta, è tornata a lavorare nel mondo assicurativo-finanziario.

Insomma: giovani, esperti, uomini, donne. I protagonisti politici di un decennio sono tutti lontani dal centrosinistra di oggi e anche di domani, addii spesso contrassegnati dai veleni. Il caso più recente riguarda Marco Di Maio, che in quel lasso di tempo fu segretario e poi parlamentare, prima col Pd e poi con Italia Viva: ha fatto discutere il suo personale sostegno a Gian Luca Zattini. Così come quello di Claudio Vicini, vicino a Italia Viva e candidato nel 2020 alle regionali con Bonaccini: sarà addirittura consulente di Zattini per la sanità. Al centrosinistra di oggi hanno preferito la parte civica del centrodestra. Nell’altra coalizione, inevitabilmente era tutto da inventare: un deserto che ha avuto ovvie ripercussioni sull’attività in consiglio comunale negli ultimi anni e anche sulla campagna elettorale appena terminata.