"Esitazione vaccinale, ecco perché e come"

Tre giorni a Bertinoro dedicati a una ricerca condotta dall’Università di Bologna. I dati del fenomeno

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Nelle sale del Centro Universitario di Bertinoro hanno preso il via ieri i lavori di ‘Obvious meeting’, la tre giorni di presentazione dei risultati di una ricerca condotta dall’Università di Bologna sull’esitazione nei confronti dei vaccini. Uno studio che ha visto la partecipazione di 10mila italiani, con l’obiettivo di approfondire le motivazioni che portano al rifiuto dei vaccini. "Il focus era volutamente sui vaccini non obbligatori – spiega il professor Davide Gori della segreteria scientifica del congresso –, quindi quelli contro Herpes Zoster, influenza, Pneumococco, Rotavirus, Papillomavirus, oltre che sui nuovi vaccini per Covid-19".

Di stretta attualità è il vaccino contro l’influenza. "Nonostante la sua grandissima e comprovata importanza – illustra il professore – abbiamo notato con questa ricerca varie criticità, alcune specifiche di questo momento storico che stiamo vivendo. In generale chi esita nei confronti del vaccino è per paura degli effetti collaterali, poi vi sono considerazioni relative ai vari complotti e alla scarsa fiducia nella scienza, in particolare però vi sono persone che sono stanche di tutto l’insieme di cose che in questi due anni di pandemia c’è stato attorno al tema vaccini".

Numeri alla mano, sono molti coloro che non vogliono proprio fare il vaccino contro l’influenza. "Quattro persone su dieci non intendono vaccinarsi, nonostante sappiano della possibilità – afferma Gori –. Un 20% non sa dell’opportunità e, una volta intervistato, si è detto pronto a farlo. Gli altri sono ben disposti a vaccinarsi. Questo deve farci riflettere su come comunicare meglio gli effetti positivi del vaccino contro l’influenza, soprattutto nei confronti delle categorie a rischio".

Matteo Bondi