Falò di Rocca, ora ci sono le due ’zerbale’

I rioni Mercato e Borgo hanno posizionato, domenica, i due lunghi pali che, il prossimo 6 aprile, sorreggeranno i pagliai in gara

Falò di Rocca, ora ci sono le due ’zerbale’

Falò di Rocca, ora ci sono le due ’zerbale’

Se la Festa del Falò si paragona ad una sinfonia di fuoco, di luci, di colori, di tradizione e soprattutto di passioni di un intero paese, la Festa della Zerbàla di domenica scorsa ne è stata il preludio. Infatti, l’innalzamento della zerbàla, ovvero il tronco d’albero attorno al quale nella settimana dopo Pasqua sarà costruito il pagliaio dei due rioni, Borgo e Mercato, ha aperto domenica pomeriggio i festeggiamenti, con tutto il paese accorso sul greto del fiume Montone, in particolare erano molto attivi i circa duecento giovani e ragazzi di ogni rione, assistiti, ammirati e incoraggiati da altrettanti adulti e perfino turisti, assiepati dall’alto dei parapetti, dal ponte e dalle finestre delle case affacciate sul fiume: un colpo d’occhio che anticipa la sera della Festa del Falò, quando gli spettatori, come ad un grande spettacolo teatrale, applaudono ad un evento unico per fascino, incantesimo e perfino antica favola, proprio come è la magia del fuoco da molte migliaia d’anni, da quando l’uomo lo inventò uscendo dalle caverne, fino ai giorni degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale.

La magia del fuoco, o meglio, la sfida dei due falò è l’aspetto più affascinante e attrattivo di questa antica tradizione, che risale alla notte dei tempi, resa ancora più affascinante dallo scorrere del fiume in mezzo alle due gradi pire, le cui fiamme s’innalzano con lingue di fuoco nel buio della notte, mentre migliaia di voci, grida e desideri le accompagnano. Il rito dell’innalzamento della zerbàla, più solenne quello del rione Mercato, grazie al più largo spazio di movimenti, tanto che ricordava a qualcuno l’innalzamento degli obelischi nelle piazze di Roma nel Cinquecento, ha anticipato in preludio tutto questo. Inoltre, la zerbàla, in base al modo in cui è conformata, innalzata e perfino di quale legno è formata, possiede qualità ‘occulte’, che potrebbero favorire l’accensione e perfino l’innalzamento delle fiamme verso la cima del pagliaio, prova inconfutabile per la vittoria dell’accesissima sfida fra i due rioni che ogni anno si contendono la vittoria, cercando di realizzare il falò che sarà capace di bruciare più a lungo.

E qui la zerbàla del Borgo, più contorta e dinamica di quella degli avversari (che invece è diritta, quasi perfetta), nascondeva qualche segreto, con rametti visibili di edera rampicante. In sostanza però la Festa della Zerbàla per certi versi è quella più vissuta dai rocchigiani, che se la possono godere con tanta goliardia, senza la preoccupazione della sfida, della sicurezza che tutto deve andare bene. Col preludio, fatto di tanta musica nel fiume, dalle piadine sfornate da decine di volontarie piadinare di entrambi i rioni, da applausi, crocchi di amici e parenti in piazza, per le strade e soprattutto lungo le rive del fiume, la Festa del Falò si annuncia come una gran sinfonia che prenderà vita la sera del 6 aprile prossimo.