"Ho trovato le mascherine da Pini come ci aveva chiesto l’Ausl"

"Ho trovato le mascherine da Pini  come ci aveva chiesto l’Ausl"

"Ho trovato le mascherine da Pini come ci aveva chiesto l’Ausl"

Ha risposto a tutte le domande Gianluca Prati, 50 anni, responsabile del magazzino unico di Pievesestina dell’Ausl Romagna, agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Forlì dall’alba di venerdì scorso. L’interrogatorio di garanzia si è svolto ieri mattina in tribunale a Forlì ed è stato condotto dal giudice per le indagini preliminari Massimo De Paoli con la partecipazione del pubblico ministero titolare dell’inchiesta Laura Brunelli e degli avvocati difensori Giovanni Maio e Alessandro Monteleone.

Gianluca Prati è accusato di avere favorito Gianluca Pini nella sottoscrizione di un contratto di fornitura di circa quattro milioni di mascherine provenienti dalla Cina all’Ausl Romagna che ha anticipato la somma di oltre 3,6 milioni di euro, e di non aver effettuato i dovuti controlli sulla regolarità delle mascherine che poi sono risultate non idonee. Al giudice ha spiegato di essere stato sollecitato, come tanti altri dirigenti, dal direttore generale dell’Ausl Marcello Tonini a reperire mascherine perché le forniture abituali erano assolutamente insufficienti, di essersi ricordato dei rapporti con la Cina del compagno di scuola (medie e superiori) Gianluca Pini e di aver accettato il ruolo di esecutore del contratto, ma di non essere l’unico responsabile del controllo che spettava alla responsabile della farmacia dell’Ausl e al responsabile del procedimento. Secondo l’accusa nel corso del procedimento ci furono alcune obiezioni sulla regolarità delle mascherine, ma Prati riuscì a fare in modo che fossero superate e la fornitura andasse in porto. Va detto che la situazione patrimoniale di Gianluca Prati è stata passata al setaccio dagli inquirenti senza trovare somme o altro di dubbia provenienza, e che per restare a lavorare in Romagna il dirigente aveva rifiutato una proposta di contratto per un anno da 200.000 euro al Policlinico Gemelli di Roma.

Al termine dell’interrogatorio, durato circa tre ore, il Gip ha accolto da richiesta di mitigare il regime della detenzione domiciliare consentendo i contatti con i congiunti (in un primo momento erano vietati) e di poter uscire dall’abitazione per tre ore al giorno, e si è riservato di decidere nei prossimi giorni sulla richiesta di revoca degli arresti domiciliari o la loro sostituzione con l’obbligo di firma.

Paolo Morelli