VALENTINA PAIANO
Cronaca

"Il Miglio Bianco? Va cambiato". Da sinistra no al progetto:: "Poche chance con l’Unesco"

Passeggiata su viale della Libertà, luogo dell’architettura del Novecento su cui il Comune ha investito. Ma Ulisse Tramoni, presidente del progetto europeo Atrium, boccia l’idea dell’assessore Melandri. .

"Il Miglio Bianco? Va cambiato". Da sinistra no al progetto:: "Poche chance con l’Unesco"

"Il Miglio Bianco? Va cambiato". Da sinistra no al progetto:: "Poche chance con l’Unesco"

"Il Miglio Bianco? Una trovata pubblicitaria dell’assessore alla cultura Valerio Melandri": così si è espresso lunedì pomeriggio Ulisse Tramonti, forlivese, già docente di architettura e presidente del progetto europeo Atrium, che dal 2013 valorizza il patrimonio culturale dei regimi totalitari: Forlì è città capofila. L’altro giorno la lista civica RinnoviAmo Forlì, che sostiene la candidatura di Graziano Rinaldini, ha organizzato una passeggiata gratuita alla scoperta dell’architettura del ‘900: è stata l’occasione per svelare come il centrosinistra, in caso di vittoria alle elezioni, gestirebbe uno dei progetti culturali su cui la giunta Zattini ha puntato maggiormente, al punto da ipotizzare una candidatura Unesco.

A guidare l’iniziativa è stato Marino Mambelli, direttore del sito Forlipedia, candidato al consiglio comunale, insieme al divulgatore Francesco Marino e appunto al professor Tramonti. La camminata ha preso il via sotto la statua di Icaro, in fase di ristrutturazione, e ha visto la partecipazione di circa cinquanta persone. Nel tragitto gli esperti si sono soffermati sugli aspetti storici di alcuni edifici di viale della Libertà, come l’ex Gil, l’Istituto tecnico industriale, le case Incis, l’attuale scuola elementare’ De Amicis’. Quegli stessi monumenti che, oggi, sono il fiore all’occhiello del progetto Miglio Bianco. Definizione che, come detto, Tramonti contesta: "Per tre ordini di motivi. Il percorso che va dalla stazione al belvedere dei giardini pubblici non misura un miglio; il colore prevalente di questo tratto non è il bianco; infine, lo stile architettonico non è esclusivamente Razionalista ma una commistione di Eclettismo, Art déco e Storicismo".

Il presidente di Atrium è critico anche per quel che riguarda l’ipotesi di candidatura Unesco: "Quando insegnavo all’Università di Firenze, una decina di anni fa, avevo già tentato di proporre viale della Libertà alla commissione ma c’è un criterio molto rigido: le aree candidate devono avere uno stile architettonico omogeneo. La richiesta fatta da questa Amministrazione ha poche reali possibilità di essere accettata".

Tenuto conto del punto di vista divergente dell’esperto forlivese, cosa farebbe il centrosinistra nei prossimi cinque anni in caso di vittoria? Marino Mambelli ha le idee chiare: "Il Comune ha investito delle risorse che non si possono sprecare: non tutto è da buttare, sicuramente va rivista la denominazione perché così è ambigua. L’associazione Atrium, che esisteva già da tempo e sul Novecento è fonte inesauribile di cultura, può dare valore a quest’area tenendo conto degli aspetti storici". La guida politica della città dei prossimi cinque anni si gioca anche su questo campo: il programma della coalizione progressista ha riservato particolare attenzione al tema.

"Credo – sottolinea Graziano Rinaldini, presente all’iniziativa – che sia fondamentale recuperare tutto ciò che riguarda la nostra cultura. In questi cinque anni, purtroppo, alcuni edifici storici sono stati bistrattati quindi, se toccherà a noi, cercheremo di recuperarli e valorizzarli. Tra questi anche i musei, come quello archeologico, del Risorgimento e della civiltà contadina ma anche palazzo Gaddi e del Merenda".