
A sinistra il presidente della Regione, Michele de Pascale, esponente del centrosinistra. A destra Tiziano Carradori, direttore generale dell’Ausl Romagna
Il Cau, Centro di Assistenza Urgenza, che sta prendendo forma al padiglione Allende dell’ospedale ’Morgagni-Pierantoni’, verrà sottoposto a valutazione dalla parte della Regione. Come potete leggere a fianco però il direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori, butta acqua sul fuoco. I Cau (l’unico funzionante nel nostro territorio è quello di Santa Sofia), sono luoghi dove il personale medico-sanitario si occupa dei casi meno gravi, i codici bianchi e verdi, così da alleggerire il carico di lavoro del pronto soccorso. A far dubitare della loro efficacia alcune dichiarazioni dell’assessore regionale alle politiche per la salute, Massimo Fabi. Esistono tre tipi di questi centri, come spiega il presidente della Regione, Michele de Pascale: "Sotto il nome Cau sono stati attivati tre tipi di servizi: quelli che hanno sostituito Punti di primo intervento o Pronto soccorso che avevano un elevato livello di inappropriatezza in quanto erogavano prestazioni di bassa complessità con personale medico specialista che deve invece essere utilizzato per le prestazioni di emergenza urgenza. Questa tipologia è indiscutibilmente quella che ha funzionato meglio". Tali Caus sono a Cervia, Cesenatico, Sant’Arcangelo e Cattolica".
Il secondo tipo di Cau introdotto "è quello in prossimità dei Pronto Soccorso Dea (Dipartimento Emergenza e Accettazione) di primo e secondo livello degli ospedali provinciali o distrettuali, con l’obiettivo di sgravarli dei codici bianchi e verdi". Il Cau dell’ospedale di Forlì rientra in questa seconda tipologia, per la quale, aggiunge il presidente, "il bilancio non è univoco in tutta la regione. In alcuni casi hanno ridotto significativamente gli accessi al pronto soccorso e la loro funzione è stata ben compresa dai cittadini, in altri non abbiamo registrato analogo effetto e dobbiamo quindi migliorare la risposta".
Par di capire insomma che sulla base dei risultati degli altri Cau che fanno parte di questa tipologia, e dai risultati prodotti, dipenda il futuro della struttura forlivese. "Infine – chiude – alcuni Cau sono stati introdotti in luoghi dove precedentemente non c’erano né Punti di primo intervento, né Pronto soccorso". Dopo le parole di Fabi, attacca il consigliere comunale di FdI Massimiliano Pompignoli, "le probabilità che il Cau veda la luce a Forlì sono davvero molto scarse. Cosa che, al di là dell’efficacia o meno di questo strumento, ci pone di fronte alla necessità di capire come verrà concretamente affrontato il problema del sovraffollamento del nostro Pronto Soccorso e, più in generale, la gestione dei codici minori". Per il consigliere regionale di FdI, Luca Pestelli, "il sistema dei Cau si è dimostrato inadeguato come servizio di medicina d’urgenza e insufficiente in qualità di investimento sulla medicina territoriale". Anche Jacopo Morrone (Lega), parla di "esperienza fallimentare".
Luca Bertaccini