Impennata dello smart working, dal 23 al 36% nelle aziende

Il lavoro agile molto cresciuto nel periodo 2020-2021 "Il modello di lavoro continuerà dopo il Covid"

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È cresciuto di circa il 50% lo smart working anche nel territorio provinciale. Le aziende che hanno fatto ricorso al cosiddetto lavoro agile sono infatti passate dal 23% (dato relativo al periodo 2015-2019) al 36% nel periodo post Covid.

Il rilevamento è contenuto nell’indagine Excelsior Italia e reso noto dalla Camera di commercio della Romagna. I profili professionali assunti a seguito di investimenti in trasformazione digitale sono quantitativamente e qualitativamente diversi nei settori economici del Paese e nei territori.

In Italia, tra le imprese che hanno segnalato di avere assunto personale a seguito di investimenti in innovazione digitale spiccano le professioni del digital marketing, business analyst, ICT account manager, social media manager, data scientist, application developer, ICT consultant Digital media specialist, ICT security specialist, database administrator e systems analyst.

"Lo smart working e le altre forme di lavoro agile rappresentano un nuovo modello di lavoro, un modello che andrà oltre l’emergenza indotta dalla pandemia – sostiene Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna –. Si è già verificato un cambiamento dell’organizzazione del lavoro da cui non si tornerà più indietro e che mette in discussione anche l’organizzazione della vita dei lavoratori, dell’economia e del territorio. Per la ripresa del Paese e dei nostri territori, perciò occorre superare il divario digitale: poiché la digitalizzazione delle imprese determina una domanda di personale con competenze diverse, è fondamentale lavorare per incrementare le competenze digitali dei lavoratori. Non c’è trasformazione digitale senza l’uomo e le sue competenze".