Addio a Gresini, il dolore del figlio Lorenzo "Ciao Bà, ti porteremo sempre nel cuore"

L’ex pilota è morto ieri alle 10,02 al Maggiore di Bologna, dopo due mesi di agonia causata dalle complicazioni del Covid "Il nostro campione ci ha lasciato. È nato per vincere e stava vincendo di nuovo, quando un’emorragia ce l’ha strappato via"

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di Mattia Grandi

"Il nostro campione ci ha lasciati per sempre oggi alle 10,02. Ha lottato fino alla fine, è nato per vincere e stava vincendo di nuovo. Stava migliorando, quando un’emorragia cerebrale ce lo ha strappato via". Inizia così il testo dell’ultimo aggiornamento social sulle condizioni di Fausto Gresini pubblicato dal primogenito Lorenzo ieri mattina, pochi minuti dopo la morte del suo papà campione.

Parole che a stento si riesce a leggere senza commuoversi: "Ciao Bà! Così ti chiamavo e ti chiamerò per sempre – prosegue Lorenzo –, lasci un vuoto incolmabile e vivrai per sempre dentro tutte le persone che ti vogliono bene. Noi ti amiamo immensamente, ti portiamo e ti porteremo nel cuore tutti i giorni". A corredo, un cuoricino rosso e, sotto, una carrellata di foto di famiglia che scorrono con la musica di Vasco Rossi in sottofondo.

La famiglia ha lottato con Gresini per questi due lunghissimi mesi e ha condiviso speranze e preoccupazioni con i tantissimi amici e tifosi di Fausto, aggiornandoli sui social. Una simbiosi nata passo dopo passo, giorno dopo giorno, bollettino dopo bollettino. Un diario di bordo parallelo redatto, semplicemente, da un’altra angolazione. Il punto di vista di un ragazzo, Lorenzo, poco più che ventenne alle prese con l’ostacolo più duro della sua giovane vita.

Ci siamo aggrappati tutti alle sue iniezioni di fiducia dimenticandoci, per un istante, delle fredde note mediche che dipingevano un quadro poco rassicuranti. Lorenzo è riuscito a mitigare perfino quel comunicato stampa, datato 18 febbraio, che suonava da mezza sentenza visto il perdurare della "grave insufficienza respiratoria" ed il sopraggiungere di "gravi complicanze".

Pochi giorni prima, il 10 febbraio, Gresini era tornato "ufficialmente di nuovo in gara, con il risveglio dal coma farmacologico, gli esami stabili come l’ossigenazione del sangue ed il recupero dei reni". E tutti i fan avevano gioito assieme alla famiglia. Tutti si erano commossi per le piccole e comprensibili crisi di astinenza di Lorenzo dalla figura paterna e avevano tifato forte per Fausto quando, il 28 gennaio, durante la fisioterapia l’avevano "messo a sedere in poltrona per la prima volta". Ci avevamo creduto perché anche il dottor Cilloni, dal reparto di terapia intensiva del Maggiore di Bologna, intravedeva "progressivi miglioramenti iniziando la fisioterapia per riabilitare la respirazione e tutta la muscolatura". Poi le sessanta primavere di ’Grisu’, compiute tra le mura del Maggiore il 23 gennaio con tanto di post con foto di famiglia e messaggio augurale: "Oggi è un giorno speciale, è il compleanno del nostro papà, marito e campione. Quest’anno non lo passeremo insieme come gli altri anni, siamo con te, sempre, sappiamo quanto siano difficili questi giorni, ma anche quanto sia grande la forza che hai dentro". Dieci giorni prima c’era stata la videochiamata ai suoi cari. "Non riesce a parlarmi, ma io posso parlare con lui e col labiale posso capirlo. Mi ha detto che questo virus è davvero tosto, non sottovalutatelo", aveva detto Lorenzo in una intervista al Carlino. Già, perché proprio su queste colonne il primogenito ci regalò un attestato di grande maturità con il monito di non sottovalutare il Coronavirus.

In quei giorni ruppe il silenzio anche la moglie Nadia, raccontando di aver visto il marito attraverso la vetrata della bolla protetta, sicura e pulita allestita nel reparto di terapia intensiva all’ospedale. Un viaggio a ritroso che ripercorre perfino i patemi della prima induzione del coma farmacologico e della ventilazione attraverso l’intubazione oro-tracheale a Gresini. Era soltanto il 30 dicembre ma oggi appare, purtroppo, un’eternità.