Aggredito dalla baby gang Imola, finì indagato

L’ipotesi di reato era rissa. Ma la disavventura di Dalmonte dell’hotel Ziò termina con un’archiviazione. "Colpevolizzato senza motivo"

Imola, 25 novembre 2022 - Era finito indagato per rissa, ma cercava solo di difendere la propria attività della baby gang che a lungo ha imperversato in quella zona. Oggi però per Flavio Dalmonte, titolare dello storico hotel Ziò di via Nardozzi, in centro storico, si chiude un incubo durato oltre tre anni.

Flavio Dalmonte, titolare dell’hotel Ziò
Flavio Dalmonte, titolare dell’hotel Ziò

Tra agosto e ottobre 2019, Dalmonte si è ritrovato infatti vittima di un vero e proprio assedio da parte di alcuni giovani ospiti della comunità educativa ‘Il Volo’, situata accanto all’albergo, poi chiusa dall’autorità. La vicenda è tristemente nota, in quanto finita più volte al centro delle cronache locali. In quel periodo, praticamente ogni sera, si ripetevano episodi di disturbo e molestie ai danni dei clienti dell’albergo. Non sono mancati danneggiamenti delle auto parcheggiate oltre a innumerevoli minacce, furti e rapine a cui seguivano altrettante segnalazioni di polizia. Anche i vicini erano esasperati, come raccontato più volte su queste pagine. E numerose sono state pure le lettere che Dalmonte ha inviato ai responsabili della comunità per chiedere provvedimenti.

L’episodio che fa finire nei guai suo malgrado il titolare dell’hotel Ziò è datato 17 settembre 2019. Quella sera, alcuni giovani della comunità cominciano a colpire con oggetti vari le auto dei clienti. Dalmonte esce dall’albergo e dice ai ragazzi di allontanarsi. Poi va verso la comunità per chiedere aiuto agli educatori. A quel punto tre ragazzi lo accerchiano e gli lanciano contro un portabiciclette, lo colpiscono con una padella, un aspirapolvere e un asse di legno. Il titolare dell’hotel resta ferito, al punto che riceve un prognosi di 37 giorni.

Sul posto arriva la polizia, che identifica i presenti e stila un verbale di identificazione per rissa. Anche il pubblico ministero, nonostante le testimonianze dei vicini, include Dalmonte nella zuffa, chiedendo però che il fatto venga archiviato per particolare tenuità. Il titolare dell’hotel, per dimostrare fino in fondo la propria buona fede, si oppone però a tale richiesta. E vuole un vaglio giurisdizionale che rilegga i fatti oggetto di indagine in altra ottica, quella della aggressione subita.

Così, nei giorni scorsi, è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bologna a riconoscere che si trattava di un’azione violenta unilaterale nei confronti di Dalmonte, unica vittima di un’aggressione fisica e non certo protagonista di una rissa, disponendo dunque l’archiviazione per infondatezza della notizia di reato.

"Si chiude finalmente una triste vicenda con l’esito che attendevamo da tempo – afferma l’avvocato Carlo Machirelli, difensore del titolare dell’hotel Ziò –. E che ristora quantomeno in parte Dalmonte dalle sofferenze patite in questi duri anni, non soltanto per gli atti di vandalismo ai danni del suo albergo, bensì per il peso di un’accusa così infamante a suo carico, rivelatasi finalmente del tutto infondata". Sereno, dopo tante tribolazioni, lo stesso Dalmonte: "Sono stato colpevolizzato senza motivo, rimanendo in ballo per tre anni. Oggi però, per fortuna, è tutto finito. E posso guardare avanti".