Amarcord 200 Miglia "Culla del motociclismo"

I grandi volti delle due ruote sul circuito per le nozze d’oro della competizione. Carlo Costa: "Mio padre Checco aveva la capacità di anticipare i tempi"

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Riportare indietro le lancette del tempo di mezzo secolo per svelare l’altra faccia del motociclismo. Quella più romantica. Ci ha pensato la famiglia Costa, insieme ai Moto Club Santerno, Racing Imolese #96 ed al Crame, coi fratelli Claudio e Carlo cresciuti a pane e motori sotto l’ala del padre Checco. Tra i fondatori dell’autodromo di Imola ed inventore della 200 Miglia, la corsa dei sogni. Un amarcord che dal 1972, data della prima edizione della competizione, è giunto ai nostri giorni. Immutato nel fascino, inossidabile nelle emozioni.

Tanti i campioni della storia delle due ruote motorizzate che si sono dati appuntamento ieri mattina nel museo del circuito per festeggiare i 50 anni della gara. Non solo. Spazio anche alle celebrazioni per le nozze d’oro di quel servizio medico di pronto soccorso in pista sfociato nel miracolo Clinica Mobile. C’erano Graziano Rossi, che ha portato i saluti del figlio Valentino, Paolo Simoncelli, Randy Mamola e Franco Uncini. E poi Loris Capirossi, con tanto di famiglia al seguito, Nadia e Lorenzo Gresini, Lucio Cecchinello, Lucio Pedercini, Carlos Lavado, Vinicio Salmi, Valter Bartolini, Leandro Mercado e molti altri. Un punto di congiunzione, nella città simbolo della terra dei motori e a pochi giorni di distanza dalla tappa al Mugello del motomondiale, tra passato e presente. Un modo per rispolverare la storia pionieristica dell’autodromo sul Santerno e tributare il doveroso ringraziamento a chi, sfidando il fato, ha strappato dalle braccia della cattiva sorte diversi piloti. Così le lacrime del dottor Costa, visibilmente commosso, hanno innescato la stessa reazione tra il pubblico in platea. Colpa di quelle scene sul grande schermo estratte dal docufilm biografico ‘Voglio correre!’, realizzato dal celebre medico prima della pandemia, o delle lucide livree delle moto guidate da miti come Agostini, Roberts, Cecotto, Lawson, Smart, Bayliss collocate in sala.

A pochi passi dalle balle di paglia. Le stesse che un tempo marcavano la differenza tra la caduta con dolorose conseguenze e il sospiro di sollievo. Un bel giro di premiazioni, che hanno coinvolto anche il sindaco Marco Panieri ed il presidente di Formula Imola Giancarlo Minardi e gli aneddoti di tre grandi cantori della specialità: Marino Bartoletti, Guido Meda e Paolo Beltramo. "Imola è stata la capitale del motociclismo e con la 200 Miglia si sono gettate le basi delle competizioni moderne – ha spiegato Carlo Costa durante la presentazione –. Mio padre aveva la capacità di anticipare i tempi. Inventò un format competitivo che ha fatto scuola nel mondo intuendo gli ampi margini di manovra attorno alla specialità". Già, dalle tute da corsa colorate e piene di loghi di sponsor alla partenza a motori accesi e non a spinta. Ma anche il servizio di speakeraggio in filodiffusione per raccontare le gesta agli spettatori. Insomma, la 200 Miglia era una festa fino all’alba per tutti gli imolesi.