Battista Monti addio, oggi i funerali del 'campione del pedale'

Il clclista era nato a Ponticelli ed è scomparso a 78 anni. Corse nella Salvarani di Gimondi e nella Germanvox-Wega

Battista Monti. Era nato il 18 febbraio del 1944 a Ponticelli

Battista Monti. Era nato il 18 febbraio del 1944 a Ponticelli

Imola, 2 dicembre 2022 - Ponticelli ha detto addio al suo campione. Se n’è andato lo scorso 30 novembre, all’età di 78 anni, l’ex ciclista professionista Battista Monti. Un atleta con un passato tinto d‘azzurro, a livello dilettantistico, nella specialità. Nato nella frazione imolese il 18 febbraio 1944, a soli vent’anni entrò a far parte della quotata squadra dilettanti del Pedale Ravennate dopo un biennio da protagonista tra gli allievi del Gruppo Sportivo ‘Ronchini’ di Casalfiumanese. le sue qualità fisiche e tecniche con quei successi nel campionato emiliano di categoria e nella corsa Lugo-San Marino. Tempra da combattente su ogni tipo di tracciato, Monti collezionò una serie di affermazioni di rilievo che lo consacrarono tra i giovani corridori più interessanti del periodo. Tra le sue vittorie spiccano il Gran Premio Avis di Forli, la Coppa Burci a Firenze, Il Trofeo Piva a Treviso, il Gran Premio Cuoio e Pelli a Santa Croce sull’Arno, una indicativa del Campionato italiano a Cosenza e il Gran Premio di Camaiore. Il 1965 fu l’anno dell’avventura con la maglia della Nazionale Italiana dilettanti per volontà dell’allora commissario tecnico Elio Rimedio che lo convocò per il Tour de l’Avenir e per i mondiali spagnoli di Lasarte. E Monti non tradì le aspettative, aggiudicandosi una tappa nella competizione transalpina e il bronzo nella ribalta iridata su strada.

Battista Monti. Era nato il 18 febbraio del 1944 a Ponticelli
Battista Monti. Era nato il 18 febbraio del 1944 a Ponticelli

Una stagione importante nella quale si prese pure il lusso di guardare, per un po’, tutti dall’alto della graduatoria del Giro delle Antiche Romagne poi terminato alle spalle di Claudio Michelotto. Un rendimento in costante ascesa che gli spalancò le porte del professionismo. Nel 1966, infatti, entrò nella rosa della mitica Salvarani di Felice Gimondi, sotto le direttive di Luciano Pezzi. In seguito indossò i colori della Germanvox-Wega. Il percorso nel gotha delle due ruote a pedali, durato fino al 1968, non andò di pari passo con l’innato talento. Delle annate tra i big si ricorda il secondo posto alla Sassari-Cagliari con un duello mozzafiato in volata con l’asso Van Looy.

«Il nostro Monti è stato un bravo allievo ed uno straordinario dilettante poi passato tra i ‘pro’ alla Salvarani di Gimondi – racconta l’amico Giancarlo Tarabusi che corse con lui da giovane –. Un ciclista esuberante, poco avvezzo ai giochi di squadra. Indimenticabile il suo bronzo mondiale. Adesso sarà in cielo per gareggiare in pace con Ronchini, Pantani, Scarponi e Rebellin".

E arriva anche il ricordo di Nino Ceroni, decano degli organizzatori italiani di ciclismo: "Luciano Pezzi stravedeva per lui e andammo insieme a casa sua per convincerlo ad accettare la proposta della Salvarani – spiega –. Lo aveva già cercato anche un’altra squadra professionistica. Chiese a Pezzi lo stesso ingaggio più un fucile da caccia in regalo. Fortissimo e vincente tra i dilettanti". I funerali avranno luogo domani alle 10.45 presso la camera mortuaria dell’ospedale civile di Imola.