Cantierone finito, via Cavour può riaprire

Palazzo Calderini allacciato al teleriscaldamento dopo sei mesi di lavori. Il Comune: "Tempi ragionevoli e benefici ambientali consistenti"

Migration

Ci sono voluti quasi sei mesi di lavori, ma alla fine anche Palazzo Calderini è stato allacciato alla rete cittadina del teleriscaldamento. In attesa che nei locali dell’ex pretura traslochi il Giudice di pace, la circolazione via Cavour può finalmente tornare a quella normalità vissuta per l’ultima volta metà giugno.

Nel complesso, sono stati posati in questi mesi circa 350 metri di condotta, a partire dalle scuole Carducci già allacciate al teleriscaldamento. Per Palazzo Calderini i vantaggi ambientali annui derivanti dal passaggio al teleriscaldamento e calcolati sulla base del consumo medio di calore possono essere stimati in 18 tonnellate in meno di petrolio consumate e 50 tonnellate evitate di anidride carbonica emessa, pari a quelle assorbite da quasi 500 alberi.

"Si è trattato di un cantiere complesso, come in genere accade nei centri storici, caratterizzato anche da ritrovamenti archeologici che hanno visto la presenza costante nel cantiere di un archeologo sotto la supervisione della Soprintendenza", spiegano Hera e Comune. Le indagini archeologiche hanno infatti consentito di mettere in luce, nelle scorse settimane, il punto di incrocio delle strade antiche corrispondenti alle attuali vie Appia e Cavour. Ma non solo.

Per la Soprintendenza, la prosecuzione dell’indagine lungo via Cavour ha consentito di "verificare quanto in età antica questa strada, parallela alla via Aemilia, si snodasse notevolmente più a sud dell’attuale e con una forte inclinazione verso sud est". All’incirca di fronte a Palazzo Calderini, infatti, si è scoperto un tratto di crepidine in blocchi di arenaria e parte del selciato in trachiti risalente all’età romana imperiale. Non è stato possibile verificare l’ampiezza della strada, che si insinua sotto il fronte di palazzi che costeggiano il margine sud di via Cavour, sembra comunque accertato che il tracciato più antico, brecciato, risalente all’età repubblicana, corresse un paio di metri più a nord di quello di età imperiale. Si sono potuti individuare, invece, alcuni pilastri. Uno dei blocchi, recuperato da un edificio molto più antico, si è rivelato essere una porzione di capitello di grandi dimensioni decorato a foglie d’acanto, che è stato depositato al museo.

Soddisfatti per il completamento "in tempi tutto sommato ragionevoli" dell’intervento che "consentirà di ottenere consistenti benefici da un punto di vista ambientale", gli assessori al Centro storico, Pierangelo Raffini, e all’Ambiente, Elisa Spada.