
Un cantiere su una palazzina destinata a ospitare alloggi popolari
di Enrico Agnessi
Delle 92 domande che hanno formato l’ultima graduatoria cittadina per gli alloggi di edilizia agevolata, 53 sono state presentate da italiani e 39 da stranieri. In pratica, il 58% contro il 42%. E questo nonostante gli arrivi dall’estero "rappresentino solo il 12% del totale dei residenti a Imola". A puntare il dito contro i criteri per l’assegnazione delle case popolari è il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Simone Carapia. Secondo il meloniano, siamo di fronte a "un dato che già di per sé è mortificante poiché – prosegue Carapia – evidenzia come chi qui ha lavorato e pagato le tasse da più tempo, magari da una vita, spesso è di fatto superato, nelle graduatorie, da chi qui vive da molto meno tempo, con conseguente minor contributo dal punto di vista fiscale-contributivo".
Questo dato, secondo Carapia, desta "ancora maggior preoccupazione" se lo si accosta alla decisione della Regione che "pur mantenendo il requisito della residenza di almeno tre anni per l’accesso, non permette più ai Comuni di utilizzare il requisito della residenza o dell’attività lavorativa da almeno tre anni in Emilia-Romagna quale criterio per l’aggiudicazione di punteggi aggiuntivi in graduatoria".
E queste, "sono le conseguenze in una città come Imola" dove è "evidente", sempre secondo il consigliere comunale di FdI, che "nell’impossibilità di applicare il criterio della residenza, si finirà per danneggiare i tanti anziani e quelle famiglie bisognose, che della casa popolare hanno bisogno, e che si vedranno, di nuovo, superare in graduatoria da chi magari è arrivato da poco in città e spesso già accede ad altri aiuti comunali o statali". Da qui l’auspicio di Carapia che si possa "rivedere questo provvedimento discriminatorio nei confronti degli italiani e di chi da tempo risiede sul nostro territorio. Qui – conclude – non si tratta di razzismo, ma di buon senso e tutela degli anziani e delle famiglie bisognose del nostro territorio".
Il tema ricorre ormai da diverso tempo. La scorsa primavera, era stato il consigliere comunale e regionale della Lega, Daniele Marchetti, ad accendere i riflettori sul sorpasso degli stranieri sugli italiani nelle nuove assegnazioni delle case popolari. Dei 18 alloggi di Edilizia residenziale pubblica attribuiti nel corso del 2022 (ultimo dato disponibile in quel momento), 12 erano andati a famiglie arrivate dall’estero. Nel 2021, invece, a fronte di 50 nuove assegnazioni, il bilancio era in parità: 25 a 25. Prima di allora, gli italiani avevano sempre beneficiato della maggioranza delle attribuzioni: 13 a 8 nel 2020; 17 a 15 nel 2019; 11 a 10 nel 2018.