Una ricerca in collaborazione con Istat per rilevare e monitorare le richieste di riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis. A realizzarla è stata Anusca, l’Associazione Nazionale Ufficiale di Stato Civile ed Anagrafe con sede a Castel San Pietro, che concluderà oggi nella sua Accademia di viale Terme un seminario di due giorni dedicato proprio a un tema tra i più spinosi degli ultimi anni. A riassumere in cifre quella che può ormai essere definita una vera e propria problematica nazionale è Giancarlo Gualtieri di Istat, tra i relatori della prima giornata.
"La ricerca operata con Anusca su due terzi dei comuni italiani ha certificato 63 mila acquisizioni, numero che se dimensionato alla totalità dei comuni italiani leviterebbe a 100 mila acquisizioni, ovvero 100 mila rilasci della cittadinanza italiana tramite diritto di sangue". Il fenomeno, sempre traducendolo in numeri, racconta di "23 mila pratiche lavorate nel 2021, salite a 35 mila nel 2022 e a 42 mila nel 2023", in un crescendo che interessa non soltanto la macchina degli enti pubblici ai quali si riferiscono i numeri snocciolati da Gualtieri, ma che congestiona anche i tribunali, ai quali sempre più spesso chi cerca di ottenere il doppio passaporto si rivolge.
Emblematico il caso di quello di Venezia, dove come racconta il Presidente del Tribunale Salvatore Laganà, "sul tavolo abbiamo il 43% dei procedimenti di tutta Italia". Facile capire come questo lavoro extra intasi l’operato dei tribunali, traducendosi in altre pratiche che vengono rallentate quando non ‘scavalcate’ da questi procedimenti. "Si dovrebbe operare a livello amministrativo per il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis", è l’unica strada che traccia Laganà, ma dall’altra parte Camillo De Pellegrin, sindaco di Val Di Zoldo, 3 mila abitanti in provincia di Belluno e il numero monstre di 1800 iscritti all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero ("tanti sono stati nel nostro comune i mesi necessari per ottenere il doppio passaporto e ora chissà dove sono, altri qui non sono mai stati, hanno direttamente formulato le richieste al tribunale. Chi fa richiesta? Quasi tutti sudamericani, con netta prevalenza di brasiliani"), avverte. "Superfluo che vi dica che con questo numero di richieste, naturalmente abbiamo un dipendente del comune che è costretto a svolgere quasi esclusivamente questa mansione". Un tema spinosissimo dunque, quello della richiesta di cittadinanza iure sanguinis, che sarà tra quelli centrali anche del prossimo Convegno Nazionale di Anusca in programma a dicembre ad Abano Terme, e che Anusca, anche attraverso l’ultima ricerca con Istat, porterà poi all’attenzione anche della politica nazionale.
Claudio Bolognesi