Draghi bis o voto? I parlamentari sono divisi

Manca e Soverini (Pd) vogliono andare avanti: "Pensare al Paese". Tonelli (Lega): "Se non ci sono le condizioni, meglio tornare alle urne"

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La crisi di Governo viene vissuta con stati d’animo diversi dai parlamentari imolesi, tutti sostenitori dell’esecutivo del premier Mario Draghi, tra il rischio concreto di elezioni anticipate e la possibilità di proseguire la legislatura fino al 2023.

"Essere in una maggioranza che sostiene il Governo è prima di tutto una grande responsabilità – osserva l’ex sindaco Daniele Manca, oggi senatore del Pd, destinato a giocarsi la ricandidatura al tavolo con Bologna al di là dell’esito di una crisi che comunque lui si augura rientri –. Occorre guardare agli interessi del Paese, alle sue esigenze".

E in questo senso, prosegue Manca citando le difficoltà economiche ed energetiche dovute anche alla guerra in Ucraina, la pandemia e i cambiamenti climatici in atto che "richiedono misure urgenti per contrastare la siccità e le risorse per sostenere i nostri agricoltori", allo strappo del M5s "non ci sono giustificazioni".

E ancora: "Conte e i 5 Stelle hanno compiuto un tragico errore per l’Italia… - è l’analisi del senatore Dem –. Tuttavia noi siamo il Pd ed è importante adoperarsi affinché mercoledì si ricostruisca la fiducia con il presidente Draghi, e si definisca una chiara traiettoria per aiutare le famiglie e le imprese. Serve responsabilità e occorre in Parlamento e nel Paese rendere trasparenti le scelte di tutte le forze politiche".

Posizione simile quella di un altro parlamentare del Pd, il deputato bolognese Serse Soverini, eletto nel collegio di Imola, ancora più allibito di fronte alla mossa di Conte: "In questo momento riesco solo a pensare all’Italia, ai suoi guai da risolvere e anche ai suoi sogni di futuro – manda a dire Soverini –. Di fronte alla follia della crisi di governo, per ora, penso solo a questo. Con grande tristezza. Mi rifiuto di pensare che prevalga un’idea disfattista della politica, che questo Paese pensi solo con la pancia. So che il Paese pensa, con molta preoccupazione, ai problemi che dobbiamo risolvere, ma so anche che non vuole lo sfascio".

Tonalità diverse nelle parole del deputato leghista Gianni Tonelli, consigliere comunale di opposizione a Castel Guelfo ma pure lui come il resto del Carroccio anima (per quanto critica) della maggioranza pro Draghi. Almeno fino a qualche giorno fa. "La Lega ha pagato la sua responsabilità nei confronti del Paese con un prezzo in termini di consenso anche eccessivo con i propri elettori – affonda Tonelli –. Nell’ultimo periodo, Pd e 5stelle hanno logorato la situazione di governo: il Pd con il ddl Zan, lo Ius Scholae e la cannabis, temi estremamente divisivi sotto il profilo ideologico; i 5 Stelle hanno proseguito con la indeterminatezza totale dell’azione di governo, non sapendo esattamente cosa fare per uscire da una crisi che li ha visti totalmente al tappeto nelle ultime elezioni".

E adesso, che si fa? Il pallino, secondo molti, ce l’ha in mano proprio il centrodestra. Nonostante i sondaggi lo vedano in calo rimane forte, per Matteo Salvini e i suoi, la tentazione di andare quanto prima alle urne, pur di non farsi schiacciare da un’opposizione sempre più agguerrita di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia.

"Credo che la parola debba tornare gli italiani – esorta Tonelli –. Se non ci sono le condizioni per fare un governo efficace che affronti la legge di Bilancio, allora è opportuno chiudere una legislatura che era nata male a causa di una legge elettorale in parte sbagliata perché mancava il premio di maggioranza, ma fatta appositamente per questo dalla sinistra, che non ha consentito un’azione di governo lineare e delle assunzioni chiare di responsabilità. Forse, se non ci sono le condizioni, è meglio andare a votare".