
Gherardi vuole diventare sindaco: "Servono progetti sul commercio. Potenziamo la sanità territoriale"
di Claudio Bolognesi
Cinque domande ‘aperte’, identiche per ciascuno dei candidati, per conoscere i programmi dei candidati sindaci di Castel San Pietro e avere risposte su alcuni dei temi più importanti per il futuro prossimo del territorio. Comincia oggi con Marco Gherardi, candidato della civica Il Patto per Castello, una serie di tre interviste a pochi giorni dalle elezioni di sabato 8 e domenica 9 giugno.
Il futuro della sanità e della Casa della Comunità di Castel San Pietro.
"La sanità a Castello è sempre stata sotto assalto di interessi esterni. Grazie al lavoro dei medici di famiglia e dell’assistenza domiciliare, la Casa della salute è diventata fonte di servizi alla persona per i codici di emergenza bassi. Partendo da queste persone e da questa esperienza è ora di strutturare in modo organico e definitivo il servizio di primo soccorso e di diagnostica di base".
Rotonde, ciclopedonali, manutenzioni: la vostra visione di viabilità e mobilità a Castel San Pietro nei prossimi 5 anni.
"Occorre un piano serio di manutenzione, con approvvigionamento di risorse programmato: la sicurezza che ne deriva è la base di tutto. Noi abbiamo tre priorità: modifiche a strade e rotonde che fluidifichino il traffico per molti anni, ciclopedonali realmente ecologiche lontano dal traffico ed eliminazione delle barriere architettoniche".
Pizzigotti, polo di Osteria Grande. Le scuole di capoluogo e frazioni.
"Scuola vuol dire prima di tutto decoro e sicurezza appropriate. Al di là delle manutenzioni ordinarie e straordinarie, di cui manca ormai da anni un approccio strategico, deve esistere anche un piano tecnologico ed ecologico di qualità che le renda moderne e al passo coi tempi. Forniremo a tutti i genitori ogni documento sullo stato attuale dei plessi, materiale occultato ormai da troppo tempo".
Centro storico ed emorragia del commercio. Come e dove si interverrà per il rilancio del cuore di Castel San Pietro.
"La desolazione commerciale del nostro centro deriva dalla situazione globale di questo settore, ma ha avuto anche tante spallate dalle scelte fatte o ancor di più non fatte dalle amministrazioni passate. Il commercio può risorgere solo con un piano che coinvolga anche le grandi aziende del territorio. Ci vogliono progetti per ottenere finanziamenti, collaborazioni, un centro accogliente sotto tutti gli aspetti e il coraggio di scommettere, anche se all’inizio gli operatori non crederanno in te".
Quali azioni per rendere più sicuri capoluoghi e frazioni.
"La mancanza di operatori sufficienti e organizzati è il primo problema. Avere qualche vigile in più che si occupi di sicurezza, anche da appiedato, nelle zone più a rischio è il primo passo. Una caserma che accolga il numero congruo di carabinieri rispetto agli abitanti è necessaria. Si deve infine coinvolgere il volontariato per istituire un corpo civile di monitoraggio sotto il comando dell’amministrazione e delle forze dell’ordine".