ENRICO AGNESSI
Cronaca

Il taglio del nastro . Casa della comunità, ecco il primo passo : "Più vicini ai cittadini"

Il resto dei lavori verrà ultimato nel corso dei prossimi mesi. Già operativa l’area accoglienza al piano terra della palazzina.

La benedizione della nuova Casa della comunità alla presenza delle autorità cittadine

La benedizione della nuova Casa della comunità alla presenza delle autorità cittadine

Taglio del nastro per la nuova Casa della comunità all’ospedale vecchio. Un’inaugurazione parziale, quella di ieri mattina, dal momento che il resto del primo stralcio dei lavori di ristrutturazione degli spazi di viale Amendola verrà ultimato nei prossimi mesi. A conti fatti, comporterà un investimento di tre milioni di euro, frutto di un accordo tra Stato e Regione. Poi si passerà a completare il secondo pezzo degli interventi, attualmente in corso e finanziati con il Pnrr per ulteriori 3,2 milioni di euro circa, per la realizzazione dell’area vaccinale integrata (piano terra) e di quella dedicata invece alle cronicità (ex Rsa, primo piano).

In questa fase è dunque operativa l’area accoglienza (ex Serd, piano terra), dove trovano posto, per quanto riguarda i servizi ad accesso diretto, il punto unico di accesso sociale e quello infermieristico, l’ufficio relazioni con il pubblico e gli sportelli dedicati a orientamento e volontariato. Gli ambulatori attivi su prenotazione al Cup sono invece quello Tisiatrico (il numero 7) e quello (l’8) riservato a commissione Invalidi fragili; Medicina del lavoro; Psicologia di comunità; Visite monocratiche sanità pubblica.

"È un progetto di sanità di prossimità che vuole avvicinare le cure ai cittadini", le parole del direttore generale dell’Ausl, Andrea Rossi, che dal 1° febbraio si trasferirà alla guida del Rizzoli di Bologna lasciando il testimone imolese alla nuova dg Agostina Aimola, arrivata ieri in viale Amendola per un ideale passaggio di consegne. "Una progettualità che nasce sulla spinta dell’esperienza della pandemia – aggiunge Rossi –, nella quale abbiamo capito che puntare tutto sulla rete ospedaliera non paga".

Nelle parole di Rossi, la Casa della comunità di viale Amendola, che va ad aggiungersi a quelle di Medicina, Castel San Pietro Terme e della Vallata del Santerno, sarà "una cabina di regia di un ampio territorio che va da Imola a Mordano". Parla invece di "traguardo importante" il sindaco Marco Panieri, a fronte di un "percorso ancora molto lungo ma che dà già frutti significativi".

Secondo le intenzioni dell’Ausl, l’attività della Casa della comunità, operativa nel blocco che già ospita i servizi territoriali dell’Azienda sanitaria, sarà organizzata in modo tale da permetter una "azione" di squadra fra medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, psicologi, ostetriche, professionisti dell’area della Prevenzione e della Riabilitazione, assistenti sociali. Alla Casa della comunità trova posto, di fatto, anche il (contestato) Cau – Centro di assistenza urgenza. E qui, all’ospedale vecchio, nascerà pure la centrale unica che riformerà l’ex guardia medica, oggi continuità assistenziale.

"Guardiamo con preoccupazione a quest’ultimo progetto", hanno commentato ieri Serena Bugani, Nicolas Vacchi e Simone Carapia (Fratelli d’Italia), parlando appunto del piano per riordinare le funzioni del servizio prefestivo, festivo e notturno. "Quindi – domandano i tre esponenti di opposizione – a Medicina e Castel San Pietro Terme non sarà più presente la guardia medica? Verrà accentrato tutto a Imola? Tutto questo perché si vuole risolvere il problema del medico che rimarrebbe isolato nelle sedi di Medicina e Castel San Pietro Terme. Ma a quale prezzo? Tolgono dei medici ai comuni limitrofi, per risparmiare qualche briciola, privando Medicina e Castel San Pietro Terme di un servizio di continuità e assistenza, e lo vendono come efficientamento? È surreale e allarmante".