ENRICO AGNESSI
Cronaca

Imola, le imprese al Donatello. "Con il cuore non ci ferma neanche il Covid"

L’incontro di Confartigianato moderato dal direttore del nostro giornale. Il futuro del Paese: "Occorre una memoria di quanto visto e sentito"

I relatori all’incontro promosso da Confartigianato Metropolitana

I relatori all’incontro promosso da Confartigianato Metropolitana

Imola, 15 luglio 2020 - Un "grande abbraccio" tra piccole e grandi imprese perché "nessuno deve finire ultimo, o arrivare primo, da solo". È l’auspicio espresso da Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Emilia-Romagna e Bologna metropolitana, ieri sera nel corso dell’evento dal titolo ‘Il contagio della speranza’, dedicato alla ripartenza del mondo delle imprese (e non solo) dopo l’emergenza Covid. "La paura deve farci rimboccare le maniche – ha esortato Renzi –. Abbiamo ricevuto tanto da questa terra, viviamo in una realtà ricca che 70 anni fa era invece tra le terre più povere del Paese. Bisogna lavorare per rafforzare la cultura della comunità e del fare insieme. E il lavoro deve essere nobile, faticoso e duro. Non quello della speculazione, che non investe sui giovani e smette di educare le nuove generazioni costringendole a emigrare. Nel prossimo decennio ci dobbiamo giocare la partita nelle comunità. Oggi nessuno parla più di società liquida o disintermediata. La pandemia ci ha insegnato che se gestiamo insieme un momento di difficoltà, ne usciamo meglio". 

All’incontro, moderato dal direttore di QN - Il Resto del Carlino, Michele Brambilla, hanno partecipato anche il vescovo Giovanni Mosciatti, il presidente della Fondazione per la sussidiarietà, Giorgio Vittadini, e il numero uno della casa editrice Itaca, Eugenio Dal Pane, che di recente ha dato alle stampe il libro di papa Francesco intitolato appunto ‘Il contagio della speranza’. Mosciatti, in particolare, che in questi giorni festeggia il suo primo anno a Imola, ha sottolineato il ruolo di "pastore di tutta la Chiesa", ovvero di guida, svolto dal Papa nelle settimane più difficili dell’emergenza sanitaria. "Di fronte a un momento in cui tutto ci era tolto, abbiamo scoperto il valore delle cose e di ciò che ci fa vivere", ha ricostruito il vescovo, applaudito dai tanti presenti alla serata organizzata all’hotel Donatello. "La disponibilità di medici, infermieri e volontari di questo periodo ci ha commosso – ha ricordato invece Dal Pane –. Ma bisogna costruire una memoria di quello che abbiamo visto e sentito. Abbiamo una grande opportunità. Siamo stufi di un mondo fatto di grande frenesia e incapacità di relazione". Molto apprezzati anche gli interventi (la serata si è snodata attraverso varie sollecitazioni di Brambilla) di Vittadini, che ha contrapposto una serie di termini ad alcuni altri. E cioè: la ‘speranza’ contrapposta al mal riuscito slogan ‘andrà tutto bene’, l’imprevisto rispetto al prevedibile ("Ma molta gente ha reagito e non è stata sconfitta"), il ‘creare’ contro l’essere assistiti e la ‘bellezza’ contro la ‘paura’. E poi, d’accordo con gli altri relatori, ha ribadito l’importanza del fare ‘insieme’. "Dobbiamo cambiare - ha ribadito Vittadini -. Dobbiamo imparare a studiare e produrre in modo diverso. Nel 2019 eravamo fermi, ora dobbiamo ripartire. Se ci mettiamo il cuore, non ci fermerà nemmeno il Covid".