Indennizzi per la discarica, Comune ko A Riolo i soldi del disagio ambientale

Il Consiglio di Stato conferma il ‘no’ del Tar al ricorso di piazza Matteotti per i rifiuti solidi urbani. Ora la questione si sposta sugli scarti speciali: sul tavolo un maxi-risarcimento di 1,7 milioni di euro

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di Enrico Agnessi

Il Consiglio di Stato respinge il ricorso del Comune relativo all’indennità per il disagio ambientale correlato alla discarica Tre Monti per i rifiuti solidi urbani. E condanna l’ente di piazza Matteotti, già bocciato in primo grado dal Tribunale amministrativo regionale, a rifondere al Comune di Riolo Terme e all’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti (Atersir) complessivi 10mila euro per le spese di giudizio.

Si chiude così una vicenda che, con l’attività dell’impianto di via Pediano ridotta al minimo in attesa del pronunciamento della Presidenza del consiglio di ministri in merito al progetto della sopraelevazione, tiene banco ormai da anni negli uffici comunali. E che si colloca all’interno di una diatriba che vede contrapposte l’amministrazione imolese e quella di Riolo Terme.

In estrema sintesi: nel caso in questione c’erano in ballo, almeno guardando i vecchi bilanci, oltre un milione di euro l’anno da usare per misure e interventi per la prevenzione, riduzione o eliminazione degli impatti ambientali della discarica. Il Comune contestava la delibera del 2015 attraverso la quale Atersir aveva attribuito a Imola una quota di indennità pari al 31,86%, lasciando a Riolo Terme il restante 68,14% per gli anni 2016-2017. Una ripartizione sbagliata, secondo l’amministrazione imolese, in quanto basata "esclusivamente sulla base del criterio geografico".

La precedente convenzione, datata 2013, prevedeva percentuali ben diverse in favore di Imola (90%), che aveva rivendicato come il "peso della discarica" fosse ricompreso "in larghissima parte" nel proprio territorio con relativo "impatto sul sistema viario e sull’atmosfera, rischio ambientale per eventuali sversamenti accidentali di rifiuti o di percolato – si ricostruisce nella sentenza del Consiglio di Stato – eventuali incidenti connessi direttamente all’attività dell’impianto, direzione dei venti e quindi degli odori prodotti dalla discarica". Da qui il ricorso al Tar, che però come già accennato all’inizio ha bocciato l’istanza nel 2021.

Si arriva così in questi giorni al secondo grado di giudizio, con il Consiglio di Stato che ha confermato la sentenza del Tar vanificando le speranze imolesi. Tutto finito? Niente affatto. L’amministrazione di Riolo Terme chiede da tempo di estendere la suddivisione a essa favorevole degli indennizzi anche ai rifiuti speciali. E siccome il Tar ha dichiarato il ricorso inammissibile, per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, ha da poco annunciato l’intenzione di portare il caso davanti al tribunale civile. E chiede un maxi-risarcimento fino a 1,7 milioni.

In parallelo, c’è poi la battaglia che il Comune di Imola porta avanti con Atersir per la raccolta dei rifiuti urbani. In questo caso, l’amministrazione contesta già dal 2013 i Piani economici finanziari dell’Agenzia per il servizio. E ha impugnato anche i conti relativi allo scorso anno. In ballo ci sono oltre 2,5 milioni.