"Io, dato per morto. Chi ha sbagliato deve pagare"

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"Io? Sono vivo e vegeto, nonostante per qualche ora mi avessero già fatto il funerale". Emanuele Assirelli, 44 anni operaio di Lugo, cerca di trovare un sorriso. "Anche – dice subito – se non è facile, vista la tragedia accaduta ad Alexandru". Romeno, quest’ultimo, vittima sabato di un incidente fatale a Sasso Morelli, frazione imolese. Ma fino all’ora di cena dello stesso giorno, per tutti il morto era Emanuele, vittima a sua volta di una paradossale svista e di uno scambio di persona.

"Ancora adesso – racconta – mi chiama la gente e mi chiede: ma allora sei vivo... I miei genitori hanno rischiato un malore, così la mia ex moglie. Non si possono commettere certi errori, siamo pronti a presentare un esposto contro chi ha sbagliato".

Ma facciamo un passo indietro. Alexandru, 41 anni, bracciante agricolo alle dipendenze dell’azienda di famiglia di Emanuele, alcuni giorni fa viene a sapere che il ravennate sta per vendere il vecchio scooter, un Honda 125. "Mi chiamò tramite mio fratello – riprende Emanuele – e mi disse che non appena prendeva lo stipendio mi comprava lo scooter". Detto, fatto. Venerdì 16 i due si incontrano, vanno dai carabinieri per denunciare lo smarrimento del certificato di proprietà e con quello all’Aipa di Imola con i restanti documenti per il passaggio. Lo scooter ora è regolarmente del romeno che andrà materialmente a prenderlo l’indomani a Sesto Imolese. "Saranno state le 16.30, dopo qualche centinaio di metri ed è finito in un canale su via Sguazzaloca. Non c’è stato nulla da fare", dice Assirelli.

In quel momento ecco succedere lo scambio di persona. "Nel libretto c’era ancora il mio nome e forse – aggiunge –, visto che il passaggio di proprietà l’avevamo fatto la sera prima, non risultava ancora". Insomma, per i carabinieri lo scooter era di Assirelli e quello alla guida doveva essere lui. A Lugo viene avvisata la ex moglie che deve lasciare il bimbo piccolo in casa ai vicini per correre sul luogo dello schianto in preda al panico. Poco dopo la notizia della (non) morte del 44enne arriva ai genitori, al fratello, allo zio. Lo strazio più totale.

"Sabato sera – continua il lughese –, mi chiama mio zio, era felicissimo di sentirmi, non capivo. Mi dice: vieni a Sesto, è capitano un ’casino’. Quando sono arrivato c’era l’ambulanza e tutti i miei parenti in lacrime". Questa volta, però, il pianto era di gioia nel rivederlo. Perché la vittima non era lui. "Alexandru era una gran brava persona, ottimo lavoratore. Il mio pensiero va a lui". Ma non finisce qui: "Valuteremo con un avvocato un esposto contro chi ha sbagliato".

Nicola Bianchi