Imola, aumenta l’Irpef comunale dallo 0,65 allo 0,80%

Esenzione totale però per chi ha redditi inferiori a diecimila euro

Addebitano l’aumento dell’Irpef alla situazione ereditata: comunque la giunta pentastellata di Imola ha deciso di aumentare l’Irpef

Addebitano l’aumento dell’Irpef alla situazione ereditata: comunque la giunta pentastellata di Imola ha deciso di aumentare l’Irpef

Imola, 20 febbraio 2019 - Lla giunta dopo aver negato a più riprese la necessità di aumentare le tasse per far quadrare i conti del Comune, ha annunciato ieri l’aumento dell’addizionale Irpef dallo 0,65% allo 0,80%. Si parla di una manovra in grado di garantire al bilancio di previsione 2019 dell’ente di piazza Matteotti circa 1,4 milioni di euro. Un ritocco che, prendendo come riferimento lo scaglione di reddito da 15mila a 28mila euro (nel quale rientra la metà dei contribuenti in riva al Santerno), comporterà aumenti medi di circa 30 euro annui per le tasche degli imolesi.

La buona notizia, per i cittadini meno abbienti, è l’inserimento dell’esenzione totale per quanti hanno redditi inferiori a 10mila euro. Una novità che evidentemente non basta, da sola, a placare le ire dell’opposizione. Se dal Comune si dà infatti la colpa alla precedente amministrazione, dal centrosinistra al centrodestra è fuoco incrociato (anche se con diversi distinguo) verso i banchi della Giunta.

«Aumentare la pressione fiscale sulle famiglie, sui lavoratori ed i pensionati è semplicemente irresponsabile e fuori dal tempo – è l’affondo di Marco Panieri, consigliere comunale e segretario territoriale del Pd –. I bilanci del Comune erano in equilibrio, come certificato dal bilancio 2018 approvato dal Consiglio comunale con il parere dei revisori: i buchi si aprono purtroppo grazie alle loro incapacità nella gestione del patrimonio e delle straordinarie risorse pubbliche a disposizione della città». Nel 2013, quando l’allora sindaco Daniele Manca appena eletto aveva portato l’addizionale Irpef dallo 0,40% allo 0,65%, «i consiglieri di opposizione oggi in altra veste manifestavano ‘incatenando’ l’Aula – ricorda Panieri –. La revisione era necessaria per garantire i servizi e la loro qualità: mentre chi faceva opposizione gridava allo scandalo, oggi ruzzolano le responsabilità al passato».

Letture diverse in casa Lega. Daniele Marchetti e Marco Casalini, rispettivamente commissario provinciale e segretario comunale, parlano infatti di «conti in rosso noti da tempo» e puntano il dito contro una amministrazione che «non brilla certo per atti propensi al risanamento. Speriamo – concludono i due – che il gioco al massacro tra chi dovrebbe governare la città e i poteri forti che hanno in mano il sistema sociopolitico del territorio non si trasformi in un bagno di sangue». Dal canto suo, il capogruppo del Carroccio in Consiglio comunale, Simone Carapia, protesta così: «Il cambiamento non è presentare prima l’aumento delle tasse rispetto al bilancio. Mi aspetto che nelle aule preposte, chi governa, venga a descrivere nel dettaglio questo fantomatico ‘buco’ lasciato in eredità dalla maggioranza di centrosinistra».

Sempre tra i banchi del centrodestra, infine, ecco il civico Giuseppe Palazzolo (Patto per Imola): «Sono consapevole della difficile situazione dei Comuni, e quindi anche di Imola; pertanto mi sarei aspettato un messaggio meno allarmante e più completo. Era meglio presentare il bilancio di previsione 2019 nella sua interezza. Quando ci sarà consegnato, verificherò se ci saranno le condizioni per ridurre l’aumento. Attraverso gli emendamenti, il mio compito sarà di trovare le risorse per aiutare le famiglie».