Lagosteria più forte del rogo e del Covid

Il locale sul laghetto Scardovi, distrutto da un incendio un anno e mezzo fa, dopo il lockdown fa il pieno di vecchi e nuovi clienti.

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I brutti ricordi sono ormai preistoria, alla Lagosteria. Adesso l’unico pensiero è quello di trattare al meglio i clienti, parecchi per fortuna, che scelgono la quiete dell’osteria circondata dal laghetto Scardovi.

Meno di un anno e mezzo fa, la struttura era andata in cenere o poco più, dopo l’incendio doloso da decine di migliaia di euro di danni. Poi, da marzo fino a settembre, si è lavorato "come si può", raccontava il titolare di allora e di oggi Andrea Grillini, con una cucina da campo buona per la stagione estiva, "ma poi c’è tutto da ricostruire, da rifare, con l’arrivo dell’autunno dovremo chiudere".

E così fu. Chiusura e ricostruzione, con annesse e connesse polemiche e scaramucce col Comune, ma anche questa, lo dice chiaro e tondo Grillini, è preistoria davvero: "Ogni tanto qualcuno mi chiede dell’argomento, mi stuzzica, ma io gli dico la verità, l’unica verità: che non mi interessa proprio nulla di quello che è stato, che per fortuna il presente, e anche il nostro futuro, è adesso".

Tra l’altro a sancire la pace, ammesso ce ne fosse bisogno, c’è stata anche una bella iniziativa organizzata proprio dal Comune alla Lagosteria, una di quelle serate volute dall’amministrazione comunale che hanno coinvolto i tanti ristoranti e hotel del territorio per ripartire dopo il lockdown. Una bella serata, preceduta e seguita da molte altre, tutte farina del sacco dello staff della Lagosteria.

"Proponiamo tutti i martedì una serata sudamericana, con musica, dj, e una portata tra le più famose di quelle terre", ricorda Andrea, coadiuvato nel lavoro quotidiano da uno staff tutto al femminile composto dalla figlia Indira, dalla caposala Giovanna, dalla barista Daniela e dalla cuoca Teresa.

A bilanciare un po’ le ‘quote azzurre’ ci penserà presto Andrea, "un ragazzo con disabilità che era con noi già nel 2018. Il suo ritorno per noi sarà un po’ la chiusura del cerchio: siamo nati e vogliamo continuare a essere l’osteria dei ‘ragazzi speciali’". E speciale è stata anche la ripartenza, la riapertura del 14 giugno, "che è stato un po’ come rinascere due volte, dopo l’incendio e dopo il lockdown. E’ stato bello ritrovare tanti vecchi clienti, bellissimo abbracciarne dei nuovi. Cosa ci dicono? Beh, tanti si complimentano, ma nella ristorazione vige una regola molto molto semplice che ho imparato prestissimo: se ti dicono che sono stati bene e non tornano, significa che qualcosa non è andato. Ecco, da noi sono tornati in tanti, tra i vecchi clienti e tra quelli nuovi. E questa è la nota davvero più lieta di tutte".

Vecchi e nuovi, i clienti abbracciano ogni età: "Dai ventenni ai settantenni, anche questo ci fa molto piacere".

A settembre, poi, ci saranno diverse giornate davvero speciali, da segnare, per i festeggiati, nel calendario della vita: "Avremo due matrimoni, oltre a battesimi, comunioni e cresime. Già in passato ci era capitato di ospitare matrimoni, ma capite anche voi che rifarlo anche quest’anno per noi è davvero qualcosa di speciale".

Claudio Bolognesi