L’aiuto dell’Europa alla Romagna Ecco i vigili del fuoco slovacchi

Anche la Protezione civile slovena ospite nell’ex Inps in via Garibaldi, da dove i volontari partono per Ravenna

L’aiuto dell’Europa alla Romagna  Ecco i vigili del fuoco slovacchi

L’aiuto dell’Europa alla Romagna Ecco i vigili del fuoco slovacchi

Venticinque vigili del fuoco slovacchi, trentadue volontari della Protezione civile slovena, in arrivo una colonna francese della Protezione civile, con quaranta persone. Più venti assistenti sociali da tutta Italia, da sguinzagliare nelle zone alluvionate, e solo cinque sfollati italiani, provenienti da Conselice. A questo esercito di persone attivate, nel bene e nel male, dall’alluvione, sta dando ospitalità la Croce Rossa di Imola nell’ex seminario vescovile di via Garibaldi, fino a pochi mesi fa sede dell’Inps e ora trasferitasi in via Selice.

I mezzi sloveni e slovacchi sono stati parcheggiati in Autodromo e anche negli spazi intorno alla Rocca. "L’hub di Imola – spiega la presidente della Croce Rossa di Imola, Fabrizia Fiumi – si sta specializzando nell’ospitalità a tutte le squadre internazionali che operano nei territori vicini a noi, a cominciare da Spazzate Sassatelli. Stiamo mettendo sotto pressione questa struttura di proprietà della Curia, che ringraziamo: qui mangiano e dormono. Ma i nostri volontari in azione, circa trecento, portano anche i pasti agli altri volontari al lavoro a Spazzate Sassatelli: ogni giorno ne prepariamo dai 100 ai 120. Poi abbiamo organizzato, e teniamo nutrito, il punto di accoglienza degli sfollati di Castel Bolognese: sono undici, 4 immigrati dall’Africa che hanno perso tutto e sette anziani".

"Qui – riprende la Fiumi seduta al banco vicino all’ingresso – si turnano almeno trenta persone, necessarie per ogni tipo di logistica. Siamo aperrti 24 ore su 24, questo è un porto di mare che bisogna tenere sempre aperto. Sloveni e slovacchi mangiano qui, ma vanno a fare la doccia alla bocciofila di via Saffi, che ringraziamo".

Sloveni e slovacchi fanno parte del Meccanismo europeo di mobilitazione. Rispondono in inglese: "Quanti giorni resteremo qui? Non lo sappiamo: dieci, forse venti giorni, a seconda delle esigenze". Gli slovacchi indossano magliette celesti, gli sloveni blu. Si aggirano negli ampi locali dell’ex seminario, sistemando le proprie cose nelle stanze al primo piano e avvicinandosi alla sala mensa verso le 12.30. Altri loro colleghi sono al computer, nella sala operativa allestita nel cortile, e si tengono in contatto con i colleghi nel Ravennate e con la Protezione civile regionale attiva nei territori alluvionati. Intorno alla città dei mosaici sono state infatti installate le potenti idrovore dei cugini europei.

Come accennato, nell’ex seminario ci sono anche venti assistenti sociali, in procinto di essere inviate nelle aree colpite dall’alluvione: 4 andranno a Faenza, 5 a Ravenna, 3 a Cesena, 5 a Lugo e 3 a Forlì. Saranno coordinate dal responsabile dei Servizi sociali e, per quanto riguarda la vallata, si raccorderanno con la Protezione civile.

Nella sola giornata di lunedì, la cucina della colonna mobile della Protezione civile toscana in funzione nel cortile di via Garibaldi 54 ha sfornato qualcosa come 320 pasti e 80 colazioni. Il responsabile, Giancarlo Cliceri, era a Finale Emilia nel 2012, nel post-sisma, e ad Amatrice quattro anni dopo. "Con questo modulo facciamo miracoli", dice con uno stupendo accento toscano. Mercoledì prossimo la cucina guidata dal toscano sarà sostituita dalla cucina dei colleghi della Protezione civile abruzzese. Per le bevande non c’è problema: l’Autodromo ha donato una valanga di bibite alla Croce Rossa e molto cibo a lunga scadenza. L’ex seminario può ospitare fino a 200 persone. In via Garibaldi c’è ancora posto, e Imola è pronta.

Maurizio Marabini