L’anno delle piccole e medie imprese: "Ricavi giù, ma più investimenti"

Presentata l’analisi TrendER. Cavini, presidente Cna regionale: "La sfida è il ricambio generazionale"

L’anno delle piccole e medie imprese: "Ricavi giù, ma più investimenti"

L’anno delle piccole e medie imprese: "Ricavi giù, ma più investimenti"

CASTEL SAN PIETRO (Bologna)

Calano i ricavi, ma salgono gli investimenti. Sembra una contraddizione ma è la risposta che danno gli imprenditori dell’Emilia-Romagna alle difficoltà del mercato attuale. Segno di quanto le piccole-medie imprese siano significative per il territorio. Una resilienza che fanno attraverso interventi nel capitale umano e nella formazione, dimostando "tutta la loro importanza e il loro coraggio", spiega Paolo Cavini, presidente regionale di Cna. Seduto al fianco di Stefano Bonaccini, presidente della Regione, risponde agli stimoli di Valerio Baroncini, vicedirettore del Resto del Carlino. Una testimonianza diretta che arriva attraverso i dati dell’osservatorio TrendER, presentati ieri mattina al Boom, Knowledge Innovation Hub by Crif, centro di formazione a Osteria Grande, nel comune di Castel San Pietro. A organizzare il dibattito sono Cna, Istat e Cna Hub 4.0, nel rituale appuntamento dal titolo ’Rapporto congiunturale ed economico dell’Emilia-Romagna’.

"Le piccole medie imprese decidono di andare oltre agli ostacoli, siamo grati di ciò – prosegue Cavini –. Lo fanno chiedendo anche formazione ad hoc. Ma ora davanti c’è una sfida complessa: affrontare la questione dell’età anagrafica e del ricambio generazionale". Un aspetto a cui tiene pure Bonaccini, "un tema su cui riflettere a livello statale e non solo regionale, uno snodo cruciale per il Made in Italy". Quella certificazione tanto cara alla regione, "dove negli ultimi anni abbiamo avuto performance superiori a tutti", prosegue il presidente, citando le eccellenze del territorio e la crescita del Pil nonostante "si sia dovuto far fronte a pandemia, alluvioni e terremoto", oltre a fattori esterni come le guerre in atto. Ecco quindi che ricerca e innovazione, internazionalizzazione e digitale sono gli strumenti essenziali per migliorare ancora, "altrimenti ti fermi e gli altri ti superano", sentenzia Bonaccini. Per evitare questo scenario servono perciò offerte formative, interazioni tra scuola-imprese-università-centri ricerche, ma anche infrastrutture, interventi ben fatti dell’Unione europea, transizione energetica ed ecologica, con quel tocco che manca da sempre, ovvero la semplificazione burocratica.

Nello specifico, il quarto trimestre del 2023 ha registrato una lieve ripresa (0,6%) dopo due periodi di flessione (rispettivamente - 3,3% e -4,7%). Ma chi registra la contrazione maggiore è il settore del manifatturiero (-3,5%). In tutto l’anno le performance delle Pmi nelle province hanno avuto buoni risultati a Parma (+4%) e Ferrara (+1,5%), mentre le altre realtà territoriali sono in deficit, con Bologna al -1,5%, Modena e Reggio Emilia (-3,4%), Ravenna (-1,2%), Forlì-Cesena (-2,1%) e il picco a Rimini -3,8%.

A raccontarlo con grafici e dati anche Diego Benatti, segretario regionale di Cna, Marcella Contini, responsabile del centro studi Cna Emilia-Romagna, Roberta Palmieri e Marco Ricci dell’Istat, Guido Caselli, direttore centro studi e ricerche di Unioncamere e il professore di Economia Marco Rodolfo di Tommaso, direttore di Cimet. Nella sala gremita presenti il senatore Daniele Manca e la consigliera regionale Francesca Marchetti. Tutti uniti per sostenere ciò che contraddistingue l’Emilia-Romagna.