Marchetti e l’idea di città inclusiva: "Nessuno verrà lasciato indietro"

La candidata sindaca del centrosinistra riempie il Cassero: "Ascoltiamo i cittadini e valorizziamo i giovani"

di Nicholas Masetti

Rendere Castel San Pietro sempre più una città, stando vicino ai cittadini attraverso l’ascolto e l’idea di una comunità. Sono questi i principi fondamentali di

Francesca Marchetti, consigliera regionale del Pd e ora candidata a sindaca per le amministrative dell’8 e del 9 giugno. Punta al post mandato di Fausto Tinti che in un teatro Cassero sold out ha fatto il passaggio di testimone dopo 10 anni da primo cittadino. "Se ho iniziato la mia carriera politica è grazie a lui", spiega Marchetti. A sostenerla ci saranno quattro liste del centro sinistra. Obiettivo? "Tenere insieme sogni e bisogni perché amministrare bene significa lavorare sulle esigenze del quotidiano con una visione di città sul lungo periodo", prosegue.

Classe 1980, castellana doc, punta sulla slogan ’Per Castello. Per crescere insieme’. Ma in che modo? "Sviluppando tutto il potenziale che abbiamo a disposizione e diventando una città moderna, inclusiva ed europea". Sul palco del Cassero ci sono opere d’arte che guardano all’inclusione, alla parità e alle tematiche femminili. Così ha deciso di dare inizio alla campagna elettorale che la vedrà di fronte a Davide Mazzoni per il centrodestra e al civico Marco Gherardi. "Noi vogliamo far sentire le persone parte di un progetto, strada per strada, casa per casa – spiega Marchetti –. Dobbiamo costruire una città che pratichi davvero le pari opportunità per tutti". Ecco allora la connessione con l’ascolto: "Credo che Castel San Pietro possa migliorare definendo meglio le proprie vocazioni e caratterizzandosi come un polo attrattivo per le piccole medie imprese di qualità".

Così innovazione, turismo lento, benessere e sport possono essere quegli ambiti di spicco per potenziare ulteriormente la città. Ma ci sarà da fare i conti con calo demografico, la transizione ecologica e salvaguardia dei giovani, "la mia ossessione per far sì che rimangano qua e possano sentirsi protagonisti attivi". Come? "Investendo in una nuova politica della casa – insiste Marchetti –, dando opportunità di abitazioni accessibili e dignitose, per supportare l’emancipazione dei giovani e i percorsi di autonomia di anziani e disabili grazie a nuove sperimentazioni dell’abitare di social housing". Ma per farlo servirà una comunità "educante, dove ognuno deve sentire la responsabilità. Il sostegno alla genitorialità deve essere un pilastro fondamentale". Proprio quella inclusione "che ormai è diventato un segno di resistenza". Un termine che Marchetti vuole usare come slogan "perché nessuno venga lasciato indietro".