Museo Costa, il futuro è tutto da riscrivere

Lo spazio espositivo resta chiuso ormai da mesi Si cerca una strada per l’avvenire

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Dopo averr ripreso l’attività a porte chiuse, l’Autodromo si prepara al ritorno sulle tribune degli appassionati del motosport. Nel frattempo, però, il museo Checco Costa, all’ingresso del circuito, rimane chiuso. È così da aprile, da quando cioè il Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri ha sancito il divieto di ingresso negli spazi espositivi del Paese. A differenza dei musei civici, tuttavia, il Checco Costa non ha mai riaperto i battenti dopo il lockdown.

L’ultimo segnale di vita risale al 1° maggio, anniversario della morte di Ayrton Senna, quando i gestori della struttura avevano organizzato (da casa loro e in collegamento con vari ospiti) una bella diretta streaming per ricordare il campione brasiliano. Proprio a Senna era infatti dedicata l’unica mostra vista al museo dalla sua riapertura, avvenuta ad aprile 2019. L’esposizione si sarebbe dovuta chiudere lo scorso 3 maggio, ma in realtà lo stop è arrivato, come detto, molto prima. E in questi giorni, dopo che all’interno del Checco Costa tutto è rimasto come congelato per settimane, è stato disallestito quantomeno il piano terra, quello visibile dall’esterno, nel quale trovavano posto biglietteria e merchandising.

Secondo le stime del Con.Ami, la concessione di quegli spazi museali valeva (almeno quando venne pubblicato il bando per la gestione) mezzo milione di euro l’anno. Per questo motivo, il canone da versare al Consorzio dal pool di tre ditte vincitrice del bando nel 2019, era stato quantificato (a base di gara) in 60mila euro l’anno più Iva.

Il gestore del Checco Costa, come da contratto, poteva fare affari con l’incasso dei biglietti e i proventi dalla vendita di eventuali prodotti, provvedendo però dal canto suo all’allestimento delle mostre, nonché alla completa gestione del museo. Ma dopo oltre cinque mesi di chiusura, e il banco ormai saltato, bisogna trovare una nuova strada per il futuro.