
Un’opera di Germano Sartelli che sarà esposta al museo Diocesano
E’ un omaggio allo scultore imolese Germano Sartelli, nel centenario della nascita, il primo ‘Dialogo’ del Museo Diocesano di Imola. L’esposizione di debutto di un percorso annuale da otto piccole tappe creato attorno al tema giubilare ‘Pellegrini di speranza’.
Ecco, quindi, la mostra ‘Germano Sartelli (1925-2025). La Natura e il Sacro’, curata da Marco Violi e allestita nella Sala grande del Museo Diocesano, visitabile dal 4 al 27 febbraio nei giorni e negli orari di apertura del polo museale. Nessun vernissage ma un fulcro espositivo che ruota attorno alla presenza di un’opera del museo, il bozzetto in legno d’ulivo per il Crocifisso della Chiesa di Santo Spirito di Imola datato 1974, in relazione con altri tre capolavori ospiti appartenenti a differenti periodi creativi.
Dalla grande scultura in acciaio e legno realizzata nel 1998, e poi modificata dall’artista in varie fasi fino al 2014 (arrivata dalla collezione del figlio Lorenzo Orzi Sartelli, ndr), al modello in legno di ciliegio per il Crocifisso della Chiesa di Santo Spirito prestato da Natale Landi: "Le lamine d’acciaio ritagliato e ferito che compongono la scultura più rilevante si riservano uno spazio importante in quella natura che avrebbe potuto idealmente concepirle – fanno sapere dall’organizzazione –. Del resto Sartelli ha sempre vissuto nelle colline imolesi per raccogliere suggestioni dai pioppeti, dai fili d’erba, dagli alberi e dall’acqua del Santerno. L’opera richiama l’attenzione sull’importanza del pellegrinaggio come metafora del viaggio della vita".
Interessante anche la genesi di quel capolavoro di oltre 4 metri realizzato da Sartelli per l’abside della chiesa cittadina affacciata su via Pisacane: "Nelle intenzioni dell’artista, l’anatomia tormentata del corpo di Gesù doveva emergere da un unico pezzo di legno priva di entrambe le braccia – continuano –. La volontà era quella di focalizzare l’attenzione dei fedeli al volto scarnificato infossato in un corpo filiforme come epifania di resurrezione. Nella versione finale, Sartelli acconsentì alla richiesta della committenza di rendere più tradizionale e riconoscibile l’iconografia del Cristo con l’aggiunta degli arti".
Il trittico di lavori inediti si completa con una china su carta raffigurante Cristo crocifisso con la Madonna, la Maddalena e San Giovanni in prestito dalla collezione di Mario Biagi.