Quella fermata con il Gruppo Alpini. La storia del pellegrino Thomas

Il tedesco, dopo 31mila chilometri e sette anni di cammino, ha bussato alla porta della sede di via Cova. Una cena in compagnia e la voglia di conoscere l’Italia: "Ora tappa a Firenze, poi Roma e chiusura ad Assisi".

Quella fermata con il Gruppo Alpini. La storia del pellegrino Thomas

Quella fermata con il Gruppo Alpini. La storia del pellegrino Thomas

Lo hanno visto arrivare come un puntino lontano, mentre erano intenti a preparare il pranzo e a far le prove del coro serale. Hanno aggiunto un posto a tavola, come da consuetudine alpina. Incontro straordinario (e straordinariamente fortuito) quello fatto dal Gruppo Alpini di Castel San Pietro un paio di giorni fa. Perché a bussare alla loro sede è stato un pellegrino tedesco di 57 anni, Thomas Brachschoss, che a Castel San Pietro in via Cova è giunto dopo aver percorso 31mila chilometri in sette anni sulla strada che lo porterà alla meta, Assisi, completando un tour a piedi lungo poco meno della circonferenza della terra. "Sono stato derubato di tutto a Ferrara, se posso dormire qui da voi poi domani riparto per Firenze per raggiungere il consolato tedesco", sono state le prime parole di Thomas , 11 lingue parlate fluentemente. Non l’italiano: "È tra le lingue che mi mancano – dice –, questo viaggio mi sarà utile anche per quello". Nato in Irlanda dov’è rimasto fino ai 5 anni, Thomas ha poi vissuto in Germania, vicino a Colonia, nella fattoria di famiglia. Ha fatto il militare, poi il contractor, prima di cambiare tutto alla soglia dei 50 anni. "È una promessa che ho fatto a un compagno che purtroppo non c’è più, gli dissi che avrei raggiunto a piedi l’Italia, simbolo dei paesi cristiani, diventando un pellegrino autentico", racconta ripetendo più volte l’ultimo passaggio in uno spagnolo che si sforza, spesso con buoni risultati, a ‘italianizzare’.

Il suo viaggio infinito lo ha portato in ogni angolo del pianeta. "Solo il Covid mi ha costretto a fermarmi oltre un anno", racconta srotolando una lunga fila di timbri dei Paesi che ha visitato: "In quali vorrei andare? Ho visto tutto il mondo – dice –. Visto ma soprattutto vissuto. Non sono mai soltanto transitato da un paese, mi sono impregnato di quella cultura, ho voluto sempre capirla e soprattutto viverla. Nuova Zelanda, Russia, Siberia, Francia, Palestina, Stati Uniti e America Latina, ovunque sono stato. Anzi no, mi manca la Corea del Nord. E immaginerete il perché". Il suo zaino è una casa viaggiante da 64 chili, "un peso che fa impallidire anche noi alpini", ci ha scherzato su lo storico alpino castellano Guglielmo Dotti, che assieme ai compagni del Gruppo lo ha accolto e ospitato due giorni, con tanto di cena allietata dai canti dal coro ‘Perfetta Letizia 2’ dell’Accademia Bollini, pranzo e incontro col sindaco. "Ho la mia tenda, 4-5 calzettoni che ogni giorno cambio, soprattutto il cibo per i cani Senita e T-Rex", quest’ultimo un colosso da 75 chili "che mi ha difeso da tutto in questi anni, anche dagli orsi". Guarita la sua zampa e atteso il passaggio della pioggia, Thomas è ripartito alla volta di Firenze e del consolato tedesco. Poi proseguirà il viaggio che lo vedrà passare per Roma prima dell’approdo ad Assisi.

Claudio Bolognesi