"Siccità, fateci attingere da fiumi e torrenti"

Le aziende agricole chiedono una deroga ad Arpae. Tampieri (Cia): "Pesche, nettarine, pere e viti rischiano danni irreparabili"

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La siccità record sta mettendo in ginocchio l’agricoltura del circondario. Secondo i dati della stazione meteorologica dello Scarabelli, diffusi a inizio settimana dal climatologo Fausto Ravaldi, siamo ormai in linea con il primato di 48 giorni all’asciutto raggiunto nel 2017. Un trend certificato anche dalle rilevazioni più su larga scala di Arpae, alla quale i coltivatori chiedono ora una deroga al divieto di attingimento.

"I dati che fanno una fotografia dello stato di siccità che attraversa il nostro Paese, la peggiore degli ultimi 60-70 anni con le precipitazioni ai minimi storici, sono purtroppo chiarissimi e realistici – afferma Luana Tampieri, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Imola –. Meno chiaro è il perché l’Agenzia, pienamente consapevole di questo stato di emergenza e del fatto che nemmeno la pioggia potrebbe risolvere pienamente la situazione, impieghi diversi giorni a concedere agli agricoltori la deroga per attingere l’acqua da fiumi e torrenti".

La Regione ha infatti vietato, da un paio di settimane, gli attingimenti da fiumi e torrenti, dando però la possibilità alle aziende agricole di chiedere una deroga per irrigare le colture, in particolare frutticole, vite e sementiere. Un’esigenza che riguarda diverse aziende sul territorio imolese, che non attingono acqua per l’irrigazione dai canali consortili gestiti dai Consorzi di Bonifica, ma direttamente dai corsi d’acqua non in gestione da questi enti. Per avere la deroga, però, l’iter è piuttosto lungo e soprattutto non adeguato all’emergenza climatica.

"I nostri associati che hanno esigenze irrigue – continua Tampieri - hanno fatto richiesta di deroga al prelievo diversi giorni fa, seguendo correttamente un iter istruttorio che ritengo eccessivamente ‘burocratizzato’. La domanda prevede, infatti, oltre al pagamento di un costo istruttorio e di una marca da bollo, anche la presentazione di diversi documenti ad Arpae. Ma si tratta ‘solo’ di un primo passaggio perché la parola passa poi ad altri enti che devono dare l’approvazione finale alla richieste".

Secondo quanto ricostruito dalla presidente di Cia-Agricoltori Italiani Imola, le domande presentate diversi giorni fa non hanno ancora terminato il lungo iter. "Ma con questo clima siccitoso la differenza la fanno anche 24 ore, figuriamoci tanti giorni senza irrigazione – avverte Tampieri –. Peraltro per chiedere la deroga vengono chiesti documenti che spesso sono già in possesso di Arpae perché sono gli stessi che devono essere presentati comunque all’ente se l’azienda non preleva dai canali consortili ma da una fonte diversa. Certo è che questa modalità non segue le esigenze reali dei produttori e nel frattempo, mentre le carte passano da un ufficio all’altro, le colture in campo come pesche, nettarine, pere, vite rischiano di essere danneggiate in maniera irreparabile".

Da qui l’istanza di intervento. "Chiediamo a tutti gli enti preposti di provvedere, considerando le richieste di deroga agli attingimenti per l’irrigazione come pratiche urgenti e inderogabili da smaltire in 2448 ore – conclude la presidente di Cia Imola –. Inoltre sollecitiamo per i prossimi anni, che forse saranno come questo o peggiori, una procedura più snella che tuteli maggiormente le aziende e le loro esigenze irrigue. Solo così è pensabile di salvare ciò che ancora possibile salvare in campo e salvaguardare la produttività agricola del nostro territorio".