Economia Imola, la Cia va dal prefetto Impresa: "Mancano tutele per le donne"

Tampieri (Cia): "Maternità e malattia, le imprenditrici sono penalizzate"

Luana Tampieri, 33 anni (Cia)

Luana Tampieri, 33 anni (Cia)

Imola, 27 luglio 2019 - Più tutela per le imprenditrici. Lo chiede la Cia - Confederazione italiana agricoltori di Imola. Luana Tampieri, membro di giunta dell’associazione e presidente di ‘Donne in campo Emilia–Romagna’ ha infatti incontrato il prefetto di Bologna, Patrizia Impresa, per spiegarle le problematiche delle donne che lavorano nel settore. Un settore nel quale le donne hanno appunto un ruolo determinante: conducono aziende innovative, si occupano di multifunzionalità e agricoltura sociale, sono generalmente giovani e hanno almeno un diploma superiore. E aumentano in maniera costante. A non seguire questa tendenza in crescita sono però le forme di sostegno e tutela nei confronti di imprenditrici agricole e coltivatrici dirette, in particolare durante i periodi di malattia e maternità.

A portare all’attenzione queste problematiche davvero cruciali per un’agricoltura sempre più al femminile è stata come detto la Tampieri, che nei giorni scorsi, insieme a una delegazione di Cia, Donne in Campo e Associazione nazionale pensionati di Imola e Bologna ha incontrato il prefetto Impresa. «Ho avuto l’occasione di illustrare alla rappresentante più diretta del Governo sul territorio un tema che per le donne impiegate nel settore agricolo è davvero cruciale – spiega la presidente di ‘Donne in campo Emilia–Romagna’ –. La tutela durante il periodo di maternità, non è assolutamente sufficiente per consentire a imprenditrici e coltivatrici dirette di continuare a gestire l’azienda. La nascita di un figlio, un fatto importante nella vita di una famiglia, viene spesso vissuto come un problema, tanto che alcune imprenditrici sono costrette a chiudere momentaneamente l’azienda. Perché con la minima tutela che viene garantita non si può pensare di assumere qualcuno che lavori al tuo posto e quindi le donne impiegate nel settore sono spesso costrette a fare una scelta davvero difficile».

Una situazione che nel 2019 è insostenibile. «Non si può ancora chiedere a una donna, a un’imprenditrice giovane che magari ha fatto un investimento per aprire un’azienda innovativa, di scegliere tra lavorare e avere un figlio – rimarca infatti la Tampieri –. Se vogliamo un settore agricolo dove ci sia spazio per l’imprenditorialità femminile e dove le pari opportunità siano reali, allora bisogna cambiare decisamente rotta, verso una maggiore valorizzazione del lavoro delle donne e una minore distanza tra le tutele che spettano alle lavoratrici dipendenti rispetto alle autonome».